Editoriali
Sta venendo giù l'accordo Brexit
Londra vuole disfarsi del Protocollo irlandese e dare la colpa all’Ue
La guerra del pesce tra Francia e Regno Unito e la volontà britannica di disfarsi del Protocollo irlandese dell’accordo sulla Brexit stanno nuovamente alimentando le tensioni fra l’Unione europea e il governo di Boris Johnson. Parigi ha reagito alla mancata concessione da parte di Londra di decine di licenze per pescare nelle acque britanniche annunciando che dal 3 novembre effettuerà rigidi controlli sulle imbarcazioni da pesca britanniche e sui camion che trasportano merci attraverso la Manica. Giovedì un peschereccio britannico è stato fermato nel porto di Le Havre perché privo di licenza. Londra ha convocato l’ambasciatore francese per chiedere spiegazioni e minaccia un’escalation.
Nel frattempo, secondo Sky News, il governo Johnson si starebbe preparando ad attivare a metà novembre l’articolo 16 del Protocollo irlandese che ne permette la sospensione, perché il pacchetto proposto dalla Commissione per risolvere i problemi dell’Irlanda del nord (80 per cento dei controlli in meno sulle merci dalla Gran Bretagna) non è considerato sufficiente. In realtà nel mirino del ministro per la Brexit, David Frost, c’è la Corte di giustizia dell’Ue che, secondo l’accordo Brexit firmato da Johnson, continua a esercitare la sua giurisdizione nei settori coperti dal Protocollo in Irlanda del nord.
L’Ue si sta a sua volta preparando a rispondere all’articolo 16 con una rappresaglia commerciale, compresa la possibilità di introdurre dazi sulle merci britanniche. Sia per Parigi sia per Londra mostrare i muscoli è politicamente conveniente. A sei mesi dalle presidenziali, Macron può dimostrare la sua determinazione nel difendere gli interessi nazionali. Di fronte alle penurie che mettono a rischio il Natale, Johnson può usare l’Ue come capro espiatorio dei danni della Brexit. Ma questo gioco puerile è pericoloso. Tocca al premier britannico mantenere la parola data sia sulla pesca sia sul Protocollo.
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