EDITORIALI
Il gelo tra Macron e Algeri
Parigi “non è più benvenuta” dopo le parole sulla storia e la riduzione dei visti
Tra la Francia di Emmanuel Macron e l’Algeria di Abdelmadjid Tebboune “rien ne va plus”, ha scritto ieri il Figaro commentando la crisi diplomatica esplosa in questi giorni. Tutto è iniziato il 28 settembre, quando la Francia ha annunciato una riduzione del 50 per cento dei visti rilasciati ai cittadini algerini, marocchini e tunisini, giustificando la decisione con il fatto che i tre paesi del Maghreb non facciano abbastanza per consentire il rimpatrio degli immigrati clandestini espulsi dal territorio francese. “L’Algeria deplora questo atto sventurato che crea precarietà e incertezza in un settore sensibile di cooperazione”, ha tuonato il ministro degli Esteri algerino Ramtane Lamamra, convocando l’ambasciatore di Francia ad Algeri, François Gouyette, per manifestare il proprio malcontento. Il 2 ottobre, in un contesto già particolarmente teso, il Monde ha riportato alcuni estratti di un colloquio avvenuto tra Macron e alcuni discendenti di combattenti della guerra d’Algeria.
Il presidente francese, durante la conversazione, ha affermato che l’Algeria si è costruita su “una rendita memoriale” alimentata da un “sistema politico-militare” che negli anni ha raccontato “una storia ufficiale totalmente riscritta” e portato avanti “un discorso basato sull’odio della Francia”. Le frasi, molto scivolose, hanno fatto reagire duramente Algeri, che, in un primo momento, ha richiamato il suo ambasciatore a Parigi, Mohamed Antar Daoud, denunciando le “frasi irresponsabili” di Macron, e, in un secondo momento, ha chiuso il suo spazio aereo ai voli militari francesi diretti nell’area del Sahel per l’operazione anti jihadista “Barkhane”. A questo si aggiunge un clima gelido dal punto di vista economico. Il governo algerino non avrebbe infatti alcuna intenzione di rinnovare i contratti delle francesi Ratp e Suez, che gestiscono rispettivamente la metropolitana e la distribuzione dell’acqua ad Algeri. La Francia, come riferito al Figaro da un esperto, non è più “benvenuta” in Algeria.
la sconfitta del dittatore