blinken a Berlino

L'occidente si ritrova senza strategia per il disordine mondiale

Paola Peduzzi

La Germania ha un approccio pragmatico con i talebani, vorrebbe fare da ponte diplomatico tra l’America e l’Afghanistan e organizzare una risposta coordinata di tutta l'Ue, ma il peso dell’occidente è  ormai diventato leggerissimo 

Il segretario di stato americano, Antony Blinken,  è arrivato in Germania per incontrare il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas: il tema è l’Afghanistan, ma quel che sembra ancora sfuggire a tutti è che il ritiro ha stravolto l’ordine mondiale, di più: ne ha instaurato uno nuovo, in cui il peso dell’occidente è leggerissimo. Dalla caduta di Kabul, Berlino ha cercato di imporre una visione pragmatica del rapporto con il nuovo Afghanistan a guida talebana. I tedeschi avevano il contingente più grande dopo gli americani nella missione della Nato, ma dalla loro base a Mazar-i-Sharif, nel nord, hanno investito più nella costruzione di scuole e strade (e dell’aeroporto)  che negli scontri con i talebani. Ed è anche per questo che la Germania oggi si fa portavoce in Europa della necessità di “coordinare i contatti” con il nuovo Afghanistan, che in altre parole significa: trovare un modo per dialogare. La conferma di questo approccio è il luogo in cui si sono incontrati Blinken e Maas, la base aerea di Ramstein, che è anche il punto di raccolta delle persone evacuate da Kabul nelle ultime settimane. La Germania vorrebbe fare da ponte diplomatico tra l’America e l’Afghanistan e organizzare una risposta coordinata di tutta l’Unione europea, con un inviato speciale e un team di diplomatici e di funzionari di organizzazioni umanitarie, ha riportato il Financial Times

Esiste anche una triangolazione con il Qatar, che sia Blinken sia Maas hanno visitato e che però rappresenta un interlocutore sulfureo: ieri l’Express francese ha pubblicato un dossier molto ben argomentato sul “doppio gioco” di Doha (in Francia la relazione con il Qatar rende tutti molto insofferenti, perché non è una cosa da palazzo, è materia viva, non foss’altro perché ha a che fare con il calcio e con quel Paris Saint-Germain che spacca il mercato). A Doha Maas ha detto: “C’è un gran bisogno di una presenza diplomatica” in Afghanistan, “se c’è una fattibilità politica e la situazione di sicurezza lo consente, la Germania dovrebbe avere una propria ambasciata a Kabul”. La cancelliera Angela Merkel ha detto di essere in contatto con Francia, Paesi Bassi, Italia e Regno Unito per trovare il modo migliore per “restare in contatto costante con i talebani”. E i talebani, da Kabul, ringraziano: hanno il massimo disprezzo per gli occidentali ma sanno di non poter rimanere isolati, chi parla di contatti va tenuto in considerazione.
 Fin dall’inizio di questa crisi, l’Europa si è lamentata molto del mancato coordinamento con gli americani. Ora i funzionari di Bruxelles lo dicono in modo esplicito, come ha fatto il capo del Consiglio europeo Charles Michel in un’intervista al Grand Continent.

Ogni paese cerca di compensare il vuoto lasciato dagli americani, lo fa la Francia di Emmanuel Macron con la gestione-modello delle evacuazioni; lo fa l’Italia di Mario Draghi cercando pazientemente un equilibrio per il G20; lo fa la Germania con la proposta di iniziativa diplomatica e invitando gli americani invisi a casa propria. Ma ad alzare gli occhi dagli equilibri transatlantici, ci si accorge che l’affanno occidentale è senza rimedio. Sono gli altri paesi, dalla Cina alla Russia al Pakistan all’Iran, ad avere oggi la possibilità e la credibilità di dialogare e negoziare con l’Afghanistan dei talebani. Abbiamo passato anni a discettare della tenuta dell’ordine mondiale liberale e poi, tra accordi senza condizioni e ritiri non ragionati, abbiamo contribuito a capovolgere ogni cosa, senza nemmeno avere una strategia per il disordine.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi