Foto tratta dal profilo Twitter di @Natsecjeff 

Chi sono i talebani in mimetica del Battaglione Badri 313

Mariano Giustino

Al suo interno confluiscono jihadisti da tutto il medio oriente: il Pakistan, che pure sostiene gli integralisti afghani, dice che sono addirittura “meglio equipaggiati” delle sue forze speciali

Per le strade di Kabul i talebani armati di fucili d’assalto prendono il pieno controllo del territorio con pattugliamenti degli incroci nevralgici per garantire l’ordine e la sicurezza secondo i loro canoni. Si notano ai checkpoint più critici addetti alla sicurezza in uniforme militare, armati di tutto punto, con giubbotti antiproiettile, caschi con torce e telecamere e spesso anche mascherati. Si spostano a bordo di pick-up o di mezzi militari sottratti alle forze afghane ed entrano perfino nelle moschee. Altri membri sono invece vestiti con uniformi militari bianche e anch’essi mascherati: li chiamano i fantasmi bianchi. Sono le teste di cuoio delle Forze speciali talebane, le unità d’assalto del 313 Badri Battalion, gruppo paramilitare addestrato dai talebani nel campo militare di Salahuddin Ayubi in Afghanistan.

 

Il battaglione Badri 313 arruola jihadisti da tutto il medio oriente, fondamentalisti islamici caucasici e dell’Asia centrale. I talebani col trascorrere degli anni si sono totalmente rinnovati ed evoluti, sia in ambito tecnologico sia militarmente e danno sfoggio dell’organizzazione paramilitare postando foto e video dei loro reparti sui social, cercando in questo modo di attirare nuovi adepti.
Ora che l’Emirato islamico dei talebani controlla quasi tutto il paese, l’India teme di trovarseli anche in Jammu e Kashmir, territorio a maggioranza musulmana che India e Pakistan si contendono dal 1947. Nei loro video, membri talebani con la bandiera dell’Emirato mostrano le onorificenze delle nuove reclute. Nati come milizia di pastori, contadini, commercianti, i talebani afghani hanno dismesso i sandali e si sono evoluti grazie soprattutto ai lucrosi ricavi ottenuti dal traffico di oppio.

 

Sostenuti e finanziati anche dal Pakistan, si sono dotati di una forza paramilitare altamente professionale al punto tale che il ministero della Difesa pachistano ritiene che ora i talebani siano addirittura “meglio equipaggiati” rispetto alle forze speciali del loro esercito. La vittoria dei talebani in Afghanistan sembra ispirare l’entusiasmo di terroristi e gruppi armati fondamentalisti in tutto il medio oriente. Sono infatti in aumento rapporti che parlano di combattenti jihadisti stranieri presenti nel paese centro asiatico. Kabul è l’ex roccaforte e capitale dei talebani dove il fondatore di al Qaida Osama bin Laden si recò nel 1999, quando erano al potere i talebani (1996-2001), e assieme al terrorista giordano Abu Musab al Zarqawi creò in Afghanistan una base della sua organizzazione terroristica.

 

Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, al Qaida è presente in almeno 15 province afghane e opera “sotto la protezione dei talebani nelle province di Kandahar, Helmand e Nimruz”. Una serie vertiginosa di gruppi armati stranieri sta collaborando con i talebani o ha combattuto sotto la bandiera dell’Emirato islamico di Afghanistan. Alla fine degli anni Novanta questo paese, sotto il regime talebano, servì come campo di addestramento per alcuni di coloro che sarebbero poi entrati a far parte dello Stato islamico.

Zarqawi fu poi ucciso nel 2006 dagli americani che bombardarono la sua casa in un villaggio vicino alla città irachena di Baquba. Al Qaida fu il precursore dello Stato islamico annunciato ufficialmente in Iraq e Siria nel 2013. Dichiarato sconfitto in Iraq nel 2017, ha perso nel 2019 l’ultimo territorio che possedeva in Siria nella provincia orientale di Deir Ezzor, ma cellule dell’Isis sono ancora presenti in alcune zone rurali, nei deserti e nelle montagne per cercare di riorganizzarsi.

Ora in Iraq per i jihadisti c’è molto meno spazio di manovra di quanto ve ne sia in un Afghanistan guidato dai talebani. Si sa che i talebani e il ramo locale dell’Isis del Khorasan (Iskp) – una regione situata nella parte orientale dell’Iran – si sono combattuti per il controllo del territorio, ma i talebani e al Qaida hanno sempre coltivato buoni rapporti.
 

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