Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni e il presidente dell'Eurogruppo Pachal Donohoe (in video), durante una conferenza stampa (Foto Ansa)  

L'Eurogruppo a Lisbona

La ripresa in Europa va alla grande ma attenzione alle incertezze

David Carretta

Per l’economia della zona euro è previsto un incremento del 4,3 per cento quest’anno e del 4,4 il prossimo. Ma bisognerà trovare il giusto equilibrio tra inflazione, tassi e Patto di stabilità. Oggi la riunione dei ministri delle Finanze in Portogallo

L’aumento dei prezzi alla produzione registrato in Germania e nel resto dell’Europa negli ultimi mesi “non è inflazione”, ha detto ieri il capo economista della Banca centrale europea, Philip Lane, per rassicurare i mercati e i responsabili politici preoccupati per le prospettive economiche e finanziarie della zona euro. Dopo la doppia recessione provocata dal Covid-19, il rimbalzo c’è, ed è forte. Lo hanno certificato le previsioni economiche pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione. Per l’economia della zona euro è previsto un incremento del 4,3 per cento quest’anno e del 4,4 il prossimo. Ma il ritorno alla normalità comporta anche rischi, incertezze e scelte difficili – come l’inflazione – che saranno discussi dai ministri delle Finanze all’Eurogruppo di oggi a Lisbona.

 

L’inflazione nella zona euro è salita al 1,6 per cento in aprile, mentre i prezzi alla produzione industriale in Germania si sono impennati del 5,2 per cento rispetto allo scorso anno, il tasso di crescita più alto dal 2011. Secondo Philip Lane della Bce, la ragione non è una spirale inflattiva, ma una serie di problemi legati alle catene di approvvigionamento globali. La penuria di microchip, il costo dei trasporti marittimi per la carenza di cargo e altri fattori temporanei fanno muovere i prezzi verso l’alto. “Ma questa non è inflazione”, ha detto Lane durante un webinar dell’Institute of International and European Affairs, un think tank irlandese. Eppure le aspettative sui prezzi stanno avendo un effetto anche sui tassi del debito sovrano. Il rendimento del Bund tedesco è risalito vicino a quota “zero” per la prima volta dall’inizio del 2019: il ritorno in territorio positivo dei tassi sul debito tedesco potrebbe anche avere un impatto psicologico sui mercati. Lo spread dei Btp è intorno a 120 punti basi. La dinamica sui prezzi ha provocato “una leggero aumento dei tassi di lungo periodo” anche sui titoli decennali della Francia, spiega al Foglio una fonte di Bercy, il ministero francese delle Finanze. 

 

Dentro l’Eurogruppo tutti si vogliono rassicuranti. “Non c’è un aumento forte dell’inflazione sottostante”, dice la fonte di Bercy, pur riconoscendo che l’aumento dei prezzi “in alcuni paesi sarà molto significativo, in particolare in Germania, dove è previsto il 2,6 per cento” per l’aumento dei costi delle materie prima e il ritorno ai tassi normali di Iva. “Ma questo non dovrebbe durare”, spiega la fonte di Bercy. Quanto ai tassi, “si resta a livelli estremamente bassi” con i rendimenti sui titoli decennali francesi allo 0,3 per cento. Le dichiarazioni di Lane sono destinate a orientare il dibattito nel Consiglio dei governatori di giugno. La Bce appare determinata a mantenere una politica ultra accomodante, anche se l’inflazione supererà il 2 per cento nel corso dell’anno. I cosiddetti “falchi” che vogliono iniziare a fare marcia indietro sul programma pandemico di acquisto titoli Pepp sono ancora una minoranza. La maggioranza dei banchieri centrali vuole evitare di ripetere l’errore del 2011, quando la Bce di Jean-Claude Trichet per rispondere all’aumento dell’inflazione si mise ad alzare i tassi di riferimento incurante del contesto di crisi della zona euro.

 

Tra i ministri delle Finanze c’è consenso per continuare anche con gli stimoli fiscali. “Il sostegno fiscale rimane essenziale”, dice un funzionario dell’Eurogruppo: “È necessario per spingere la crescita”. La Commissione dovrebbe confermare che il Patto di stabilità e crescita rimarrà sospeso per tutto il 2022. Ma una ripresa più forte della zona euro non rischia solo di portare a più inflazione: accelera il possibile ritorno alla normalità sia sulle misure straordinarie per sostenere le imprese, con un possibile impatto sui bilanci delle banche, sia sul consolidamento di bilancio, nel momento in cui diversi stati membri hanno raggiunto livello di debito mai visti. Continuare con gli stimoli fiscali “potrebbe aumentare le preoccupazioni sulla sostenibilità di medio termine del debito sovrano nei paesi più vulnerabili”, ha detto la Bce nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria, che sottolinea anche i rischi di bolla immobiliare e i timori per le banche.

 

I ministri dell’Eurogruppo devono cercare il giusto equilibrio per i prossimi passi, tenendo presente anche il calendario elettorale (a settembre ci sono le elezioni in Germania). “Al momento navighiamo ancora in un clima di incertezza”, dice il funzionario dell’Eurogruppo: “La velocità con cui possiamo tornare alla normalità dipende dalla dinamica della pandemia”. Ma i ministri delle Finanze inizieranno a discutere del “percorso verso il futuro consolidamento” di bilancio. “L’Eurogruppo ha già concordato che il sostegno fiscale sarà mantenuto quest’anno e il prossimo. Questo non è messo in discussione”. Secondo il funzionario, non ci sarà “un cambiamento brutale di direzione” della politica fiscale. Ma a Lisbona inizierà il dibattito “sulle cose che accadranno a un certo punto in modo progressivo il prossimo anno”.

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