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Perché in Belgio il Ramadan sta rallentando le vaccinazioni

David Carretta

Nei paesi musulmani le più alte autorità religiose hanno dato via libera ai vaccini anche in questo periodo. Ma in diversi europei con grandi comunità islamiche, tra moschee clandestine e social media, alcuni imam hanno diffuso il messaggio opposto

Nel momento in cui la campagna di vaccinazione sta accelerando in Belgio, permettendo al paese di essere ai primi posti della classifica dell’Unione europea, il governo della regione di Bruxelles si è trovato di fronte a un problema inaspettato per raggiungere gli obiettivi dei gruppi prioritari. “Il periodo del Ramadan verosimilmente ci rallenta”, ha spiegato Alain Maron, il ministro alla Sanità di Bruxelles in un’intervista alla Rtbf il 26 aprile: “Non è un periodo propizio per le persone di fede musulmana per andare a farsi vaccinare”. I dati dei 19 comuni che compongono Bruxelles lo confermano: dove si concentrano le comunità musulmane, i tassi di vaccinazione sono nettamente più bassi rispetto al resto della regione e del paese. A Saint-Josse, dove la popolazione musulmana si avvicina al 50 per cento (più del doppio del resto della capitale), solo il 12 per cento degli adulti ha ricevuto la prima dose. A Saint-Gilles è il 16, a Schaerbeek il 17, nel comune di Bruxelles il 18, a Molenbeek il 19. Il ritardo di quelli che vengono chiamati “i comuni della mezza luna povera” è evidente. Nella regione di Bruxelles il 27 per cento degli adulti ha ricevuto almeno una dose, mentre in tutto il Belgio il dato sale al 34,1 per cento, quasi il triplo di Saint-Josse. E le differenze sono ancora più marcate per i vaccinati che hanno  più di 65 anni. Durante il Ramadan alcuni musulmani “esitano” a farsi vaccinare o “hanno altri tipi di obblighi”, ha spiegato Maron: “Quando si interrogano le persone di questa fede, la maggior parte ammette che ci sono molti freni e dice che dopo il Ramadan saranno in molti ad andare a farsi vaccinare”.

 

Il mese del Ramadan prevede il digiuno dall’alba al tramonto. I musulmani dovrebbero astenersi da “tutto ciò che entra nel corpo”, non solo cibo e acqua, ma anche rapporti sessuali e fumo. Ma il vaccino è una sostanza che entra nel corpo? Nei paesi musulmani le più alte autorità religiose hanno risposto “no”. Ma in diversi paesi occidentali con grandi comunità islamiche, tra moschee clandestine e social media, alcuni imam hanno diffuso il messaggio opposto. I governi hanno spinto le organizzazioni rappresentative dell’Islam a esprimersi, in Belgio l’Esecutivo dei musulmani ha pubblicato un comunicato per dire che i vaccini  “non interferiscono con il rispetto e la validità del digiuno”. Nel Regno Unito, l’imam di Leeds, Qari Asim, che presiede il Mosques and Imams National Advisory Board, ha spiegato che “la maggioranza degli studiosi islamici ritiene che prendere il vaccino non invalida il digiuno” perché le dosi vengono iniettate nel muscolo e non sono dei nutrienti (le autorità britanniche hanno anche installato centri di vaccinazione in alcune moschee). In Francia, il presidente del Consiglio del culto musulmano, Mohammed Moussaoui, ha detto che “non è competenza degli imam parlare di vaccinazione”. In Canada è stata pubblicata una Guida del Ramadan 2021 in cui si spiega che, se un fedele si sente male dopo la vaccinazione, “allora è permesso interrompere” il digiuno.

 

Il Ramadan si conclude il 12 di maggio. Secondo il ministro Maron, dalla prossima settimana la situazione dovrebbe sbloccarsi. Nel frattempo, le autorità sanitarie hanno fatto una scelta pragmatica, avviando la prenotazione per tutte le persone con più di 45 anni e aprendo le liste di attesa per le dosi che rischiano di non essere utilizzate a quelle con più di 40 anni. Nella regione di Bruxelles la percentuale della popolazione tra i 55-64 anni che ha ricevuto almeno una dose è del 53 per cento contro il 34 di tutto il paese. Per chi ha  45-54 anni è del 24 per cento contro il 17 nazionale. Questo ha permesso a Bruxelles di recuperare un po’ di terreno rispetto alle altre due regioni del paese, le Fiandre e la Vallonia. L’urgenza di proteggere gli anziani è meno pressante, dopo che le autorità hanno dichiarato che la terza ondata “è stata domata”. Ma i “freni” del Ramadan mostrano le difficoltà a raggiungere alcune fette della popolazione, anche se per ragioni diversissime. In Belgio si teme una bassa adesione al vaccino anche nelle comunità di ebrei ortodossi. Tra gli immigrati polacchi si è diffuso un certo scetticismo a causa delle voci di decessi provocati dal vaccino AstraZeneca in Polonia. Con 4 milioni di somministrazioni su 11 milioni di abitanti, “il Belgio figura al terzo posto dei paesi europei”, ha detto ieri Sabine Stordeur, responsabile della task force vaccinazione, annunciando che sarà possibile vaccinare il 70 per cento prima dell’inizio dell’estate. Ma, ora che non c’è più un problema di forniture, la chiave è “l’adesione popolare”.

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