Il giornalista spagnolo David Beriain, ucciso dai jihadisti in Burkina Faso (EPA/Discovery Max)

Editoriali

La variante africana del jihad

Redazione

Uccisi due spagnoli e un irlandese in un agguato di al Qaida nel Sahel

Due giornalisti spagnoli e un irlandese sono stati uccisi dalla divisione locale di al Qaida in un agguato in una riserva naturale del Burkina Faso. Erano accompagnati da ranger locali armati, che di questi tempi sono diventati una forza antiterrorismo – perché devono contendere il territorio non più soltanto ai bracconieri ma anche ai gruppi armati legati ad al Qaida e allo Stato islamico in Africa –, ma non è bastato. I grandi spazi del territorio subsahariano, dal Mali al Niger fino al Ciad, sono infestati da guerriglieri che si rifanno a ideologie e leader iracheni, sauditi o afghani.

 

E’ il grande cambiamento del jihad, che finora non è ancora stato preso sul serio. Non è più un problema del medio oriente, è un problema dell’Africa, con tutta la differenza di scala che ne deriva. Quello che era grande adesso diventa smisurato. Chi segue i canali della propaganda dello Stato islamico vedrà che le notizie che arrivano dalla Nigeria in fiamme sono sempre più numerose e orrende: basi militari incendiate, carri armati distrutti, blindati catturati come bottino di guerra.

 

E non c’è soltanto quella regione in crisi da estremismo. In Mozambico la francese Total ha appena chiuso gli impianti per “forza maggiore”, quindi non si sente più vincolata ai contratti perché la situazione è troppo pericolosa – a causa dello Stato islamico. Gli esperti dicono che per ora la faccenda non è stata più grave perché al Qaida e Stato islamico quando possono combattono tra loro, ma è dolorosamente ovvio che stiamo assistendo a un remake in grande stile di quello che è successo in Siria e Iraq nel 2013. Allora ci fu un grande peccato di omissione, ci sarebbero stati molti meno guai se si fosse intervenuti prima. Adesso c’è lo stesso peccato di indifferenza ed è molto probabile che il risultato finale sarà lo stesso: territori molto estesi in mano a gruppi pericolosi che non vedono l’ora di far male all’occidente. E’ la variante africana del fanatismo che abbiamo già conosciuto.

 

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