Cosa unisce la disfatta della Superlega e la morte violenta del presidente del Ciad?

Daniele Raineri

Gli immensi investimenti degli Emirati all'estero come i buchi neri si vedono poco, ma producono effetti su tutto quello che li circonda: compreso il calcio

Questa settimana si sono consumati due grandi tradimenti, o forse tre. Uno è stato quello interno ai soci della Superlega, che è crollata  a partire dalla squadra inglese del Manchester City: si è sfilata per prima e poi è stata seguita da tutte le altre. Come ha spiegato un editorialista del Financial Times, Simon Kuper, in un’intervista al Foglio, il Man City ha potuto fare questo passo perché ha le spalle coperte dall’Abu Dhabi United Group degli Emirati Arabi Uniti. Ha così tanto denaro da potersi permettere l’azzardo di uscire da un gruppo annunciato appena il giorno prima, pagare senza battere ciglio le penali e rinunciare ai profitti extra. Grazie agli Emirati il Man City è una società invulnerabile – e lo stesso fondo emiratino ha investito un miliardo di sterline in altri progetti sempre a Manchester: in città si deve respirare un’aria piuttosto reverenziale per il piccolo ma ricchissimo regno del Golfo. 


L’altro grande tradimento è stato in Ciad, un paese africano dove i ribelli hanno appena ammazzato il presidente Idriss Déby che teneva in pugno il paese da trent’anni. Déby era il più grande alleato della Francia in Africa e ieri al suo funerale è arrivato anche il presidente francese Emmanuel Macron. I francesi, dice l’analista Jerome Tubiana, devono essere furibondi con il generale libico Khalifa Haftar, perché i ribelli ciadiani che sono andati ad ammazzare il loro prezioso alleato in Ciad fino a ieri dormivano e mangiavano in Libia nelle basi dell'esercito di Haftar, che li teneva con sé, li pagava, li addestrava e li armava pure. E Haftar in teoria è un alleato della Francia. Com’è possibile, doveva chiedersi ieri Macron al funerale solenne nella capitale N’Djamena, intrallazzare così tanto in Africa e poi vedere i mercenari neri che stanno con il mio alleato in Libia prendere un centinaio di jeep armate e andare ad ammazzare un altro mio alleato in Ciad? E’ possibile perché Haftar non ha più bisogno della Francia come un tempo e può permettersi queste disattenzioni. Il generale libico riceve montagne di denaro e molte armi dagli Emirati Arabi Uniti, che spesso hanno fatto volare carghi carichi di equipaggiamento verso la stessa base libica, Jufra, dove i ribelli chadiani attendevano di andare ad ammazzare il presidente del Ciad. 


Dalla Superlega al Ciad lo strapotere economico degli Emirati Arabi Uniti è come un buco nero, non lo vedi ma ti accorgi che c’è dalle cose potentissime che succedono tutto attorno. I vecchi poteri hanno trovato rivali formidabili con risorse enormi. Il Times di Londra dice che il premier inglese Boris Johnson ha minacciato gli Emirati – rompiamo i rapporti diplomatici se continuate con la Superlega – ma questa versione non suona solida: nessuno rompe le relazioni con questi buchi neri del Golfo, al massimo si negozia. Ieri la stampa tedesca sosteneva che gli Emirati avrebbero avuto un ruolo molto più attivo nel disfare la Superlega, assieme alla Russia. Sono notizie spiacevoli per chi è convinto di avere visto questa settimana una vittoria del vecchio cuore dei tifosi. 
E il terzo tradimento? Forse il presidente del Ciad è stato ucciso dai suoi generali, come nel più classico copione da dittatura africana. A volte non c’è nemmeno bisogno degli Emirati. 

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