Dietro le quinte

Cosa sta succedendo durante il segretissimo Congresso del Partito comunista cubano

Si è aperto venerdì e durerà fino a lunedì, la data è stata scelta per commemorare i 60 anni della vittoria contro il tentativo di invasione della Baia dei Porci

Maurizio Stefanini

Passerà alla storia come la fine dell'èra dei Castro, ma dietro alle porte chiuse si parla di quanto sta cambiando Cuba. I nuovi vertici, la riforma economica, le relazioni difficili anche con gli Stati Uniti di Biden, la pandemia, il vaccino e "la sovversione politico-ideologica delle reti sociali"

Unità e continuità” è lo slogan all’insegna del quale si svolge l’VIII Congresso del Partito Comunista Cubano, in agenda da venerdì 16 a lunedì 19 aprile 2021. In realtà, il motivo per cui dovrebbe passare alla storia è che la continuità sarà interrotta. Dopo di esso, per la prima volta non ci sarà un Castro in uno dei gangli vitali del potere dalla vittoria della Rivoluzione. Quando Fidel Castro si era ritirato prima dal vertice di stato e governo il 24 febbraio 2008 e poi da quello del Partito Comunista il 19 aprile 2011, infatti, aveva lasciato la mano al fratello Raúl. E quando il 19 aprile 2018 Raúl Castro aveva a sua volta lasciato a Miguel Díaz-Canel la presidenza del Consiglio di Stato e del Consiglio dei Ministri, si era però riservato la carica di Primo Segretario del Partito Comunista.

 

Proprio all’ultimo congresso del 16-19 aprile 2016, l’ultimo con Fidel, Raúl aveva posto alcuni limiti: non più di due mandati per una carica politica; non più di 60 anni per entrare nel Comitato Centrale del Partito Comunista; non più di 70 anni per ricoprirvi alte cariche. Una scelta da lui stesso definita “strategica”, a evitare il rischio di un collasso del regime per demenza senile collettiva. Raúl ha 89 anni, il secondo segretario del Partito Comunista Ramón Machado Ventura ne fa 91 a ottobre, i veterani comandanti Ramiro Valdés e Guillermo García stanno sugli 88 e 92. Sono gli ultimi dirigenti della Rivoluzione ancora in vita, e dietro di loro l’abitudine dei Castro di silurare in continuazione i rincalzi non ritenuti all’altezza ha determinato quasi un vuoto. Nel Burò Politico del partito l’età media è di 69 anni, e 8 dei suoi 17 membri ne hanno più di 75. Díaz-Canel farà 61 anni martedì, e presumibilmente festeggerà con la successione alla Segreteria. Ma essendo nato 15 mesi dopo la Rivoluzione fa quasi figura di ragazzino, come il primo ministro Manuel Marrero: classe 1963.

 

La data del congresso è stata scelta apposta per potervi commemorare i 60 anni della vittoria contro il tentativo di invasione degli esuli anticastristi, che si tenne tra il 15 e il 19 aprile 1961 a bahía de Cochinos: “Baia dei Porci” è la traduzione letterale con cui in Italia è più conosciuta. Cerimonia a parte, il congresso si tiene a porte chiuse, e senza la presenza di turisti stranieri. In compenso, di straniero ci sono i messaggi di auguri arrivati dagli ultimi partiti comunisti ancora al potere: Cina, Vietnam, Laos, Corea del Nord. Ma malgrado questi toni da vintage rosso, in realtà molte cose a Cuba sono cambiate. Il 24 febbraio 2019, in particolare, a Cuba è stata approvata per referendum popolare una nuova Costituzione che difende il carattere “irreversibile” del socialismo, ma è definita anche “figlia del suo tempo e riflette la diversità della società”, ed ha tra no, voti nulli, schede bianche e non votanti un 21,7 per cento di non approvazioni: una cifra che in un contesto come quello cubano è piuttosto alto.

 

Lo scorso primo gennaio c’è stata poi la riforma monetaria che ha posto fine al regime della doppia valuta, con l’abolizione del peso cubano convertibile. E da febbraio è scattata un’altra riforma, che ha aumentato il numero delle attività svolgibili da privati da 127 a oltre 2000. Ma nel 2019 le sanzioni di Trump avevano fatto sparire le crociere piene di turisti americani, nel 2020 altre sanzioni hanno colpito le agenzie Western Union che facevano arrivare le rimesse dei cubani all’estero, e da ultima è venuta la pandemia a rendere impossibile anche il turismo dal resto del mondo. Il pil è caduto dell’11 per cento, l’inflazione è al 500 per cento, certi beni ormai non si trovano più se non in dollari, e la situazione si è fatta talmente grave che due giorni prima del Congresso il governo ha annunciato l’allentamento di un divieto che era stato stabilito dal 1963, in modo da permettere ai contadini di macellare le proprie bestie e vendere carne, oltre che latte. Il governo ha cercato di prevenire il malcontento perché con il 3G anche i cubani hanno iniziato a essere collegati a Internet, e la rete ha permesso un allargamento di fatto della libertà di espressione e informazione che fino a pochi anni fa sarebbe stata inaudita. Un effetto è stato appunto il voto di dissenso al referendum. Un altro la inedita protesta pacifica di 300 artisti di fonte al ministero della Cultura, lo scorso 27 novembre. Evento ancora più clamoroso, lo scorso 5 aprile una protesta di strada ha impedito che la Polizia arrestasse Maykel Osorbo: il rapper che è uno degli esecutori di quella canzone “Patria y vida” che è diventata un virale inno anti-governativo.

 

 

I temi del congresso

Passaggio di consegna da Raúl a Díaz-Canel a parte, un tema del Congresso dovrebbe essere l’approfondimento della riforma economica, e un altro la ripresa di contatti con gli Stati Uniti del dopo-Trump. Ma Juan González, consigliere per l’America Latina della nuova Amministrazione, ha già tenuto a far sapere che “BIden non è Barack Obama nella politica verso Cuba”, e che è pure piuttosto deluso per l’assoluta riottosità del regime dell’Avana a fare la benché minima riforma politica. Uno dei temi del Congresso, peraltro, è “il modo in cui affrontare la sovversione politico-ideologica delle reti sociali”: non proprio la migliore garanzia di apertura.

 

Il Congresso potrebbe poi annunciare per giugno l’inizio di una campagna di vaccinazione contro il Covid con il vaccino di produzione nazionale che il regime sta presentando come dimostrazione dell’eccellenza del sistema sanitario cubano, e su cui si spera come fonte di ripresa dell’economia. Ma dopo che il presidente Maduro ha annunciato il prossimo acquisto di 2 milioni di dosi di vaccino cubano proprio dalla Academia Nacional de Medicina de Venezuela è arrivata una messa a punto durissima: i vaccini in fase di sviluppo a Cuba, dicono, “non sono veri vaccini ma prodotti sperimentali dei quali non si conosce né la composizione, né la sicurezza, né l’efficacia”.

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