Fiori e messaggi davanti al castello di Windsor, dove gli inglesi in questi giorni portano l'ultimo saluto al principe Carlo, prima del funerale che si terra sabato (LaPresse)

Il funerale di Filippo

Ester Viola

Nell’anno di scarsa grazia 2021, Dio salvi la regina specialmente dai parenti

È stato record di reclami alla televisione, nientemeno. Le proteste ricevute dalla Bbc per i servizi sulla morte di Filippo non si contano, anzi si contano, sono state centomila. Non meravigliano i cafoni per numero, meravigliano i suindicati cafoni per quanto impegno ci mettano a farsi sempre riconoscere. Pensate a uno che, invece di cambiare canale se la camera ardente non gli piace, prende impettito a compilare un esposto formale di sgradimento online per dire: e basta con ’sto vecchio. Siamo un pubblico penoso, ma si sapeva. 

 

La famiglia del caro estinto non si produce in spettacoli migliori, si deve dire. Del de cuius non si butta niente. Basta leggere i biglietti di condoglianze per capire che in quella casa sono peggio di come li hanno pittati nella serie Netflix. Un esempio. Comunicato a lutto di William, nipote interessato in odor di eredità: grazie nonno per il buon esempio, grazie per tutto il senso del dovere. Sono proprio contento che mia moglie abbia avuto anni per conoscerti e per la gentilezza che le hai mostrato. Si legga: io sì che mi sono saputo sposare, resterò devoto e fedele alla patria, mica come quello scemo di mio fratello. Comunicato a lutto di Harry, nipote disertore: ciao nonno, tu per me eri solo mio nonno con la birra in mano, grande mastro di barbecue e indimenticabile battutista. Sfacciato fino alla fine. Si legga: eri proprio come me che ho capito da che parte della vita si deve stare, mica come lo scemo di mio fratello.

 

Il principe Andrea – con le anticamere dei processi che tiene alle calcagna e oscurato da tempo per prudenza – ha puntato i piedi perché dietro al carro da morto ci voleva stare in divisa militare, ma poi si è deciso che si va tutti in borghese. Ognuno pensa a sé, perché a chi altro vuoi pensare: gli spettatori alla televisione vogliono le tumulazioni veloci, i figli vogliono la riabilitazione, i nipoti pensano a sistemare gli affarucci loro, chi coi soldi americani e chi con l’incoronazione anzi tempo. La Middleton ultimamente va pure vestita sciatta per persuadere che è più principessa degna che principessa bella. E poi c’è lei. Elisabetta, Quasi cent’anni di never explain never complain. Quando tornava dai viaggi il massimo che concedeva ai figli piccoli, in pubblico, era una stretta di mano. Lei che da quando è nato fa i conti con Carlo, designato per successione ma inetto pure a farsi un’amante come sa farsela l’ultimo dei fessi borghesi, giovane, zitta, privata e di durata non superiore al paio d’anni. E poi Diana, ormai immortale, che ha lasciato l’ultima delle maledizioni, la damnatio memoriae da vivi.

 

Immaginate avere sotto lo scettro questa accolita di incapaci, di predatori, di figli molli, di morti invadenti, di amanti legittimate, di borghesi affamate – gli ultimi acquisti del casato sono due signore poco illustri che come pretesto per fare lo scisma delle cognate hanno scelto di tirarsi pesci in faccia alle prove generali di uno sposalizio sulla questione: alle piccole damigelle vanno tenute le calze di filanca o no? Elisabetta è sola, sola come nelle tragedie, è più sola di Antigone. Questa ragazza rivela l’indole fiera di un padre fiero: non sa cedere ai mali. Ricordati però – aggiungeva Creonte – che i caratteri troppo tenaci più facilmente si arrendono, proprio come il solidissimo ferro, se viene troppo indurito dal fuoco, alla fine va in pezzi.

 

I greci concedevano sempre ai sovrani il sollievo della resa, perfino l’eroe ha il diritto di arrivare secondo, ritirarsi o trasferirsi all’Orco. Di Elisabetta siamo abituati a pensare che non le importa, ricomincerà daccapo senza un sospiro in metro giambico. Non ha neppure voluto cancellare la cerimonia per uno dei suoi più stretti collaboratori che andrà in pensione tra qualche giorno. Eppur bisogna andare, anche se è una vita senza il privilegio del libero civis. Il contrario di un regno è il cavallo per fuggire: è quando tutti pretendono qualcosa da te, quando diventano insopportabili, quando è chiaro che non sono capaci e la barca sta andando a picco, poter dire: io me ne vado, voi fate quello che volete. E allora nell’anno di scarsa grazia 2021 una volta ancora lunga vita all’ultima regina del mondo, Dio la salvi, specialmente dai parenti.

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