L'Olanda organizza le elezioni, tra matite rosse e schede via posta

Micol Flammini

Del voto nei Paesi Bassi si sa una cosa: Mark Rutte, premier uscente, è in vantaggio e punta al suo quarto mandato nonostante le critiche per la gestione della pandemia. Il resto è ancora tutto da inventare

Delle elezioni parlamentari nei Paesi Bassi si sa una cosa: Mark Rutte, premier uscente, è in vantaggio e punta al suo quarto mandato. Il resto è ancora tutto da inventare, soprattutto l’organizzazione del voto che si terrà giovedì 17 marzo e sarà la prima elezione legislativa in Europa dall’inizio della pandemia. Nonostante si possa decidere di rimandare il voto fino a una settimana prima, per ora sembrano tutti convinti che le elezioni dovranno tenersi ora, anche perché il governo si è dimesso a metà gennaio, travolto da uno scandalo sui rimborsi dei bonus per famiglie in difficoltà – a circa diecimila famiglie venne chiesto di restituire i soldi, vennero accusate di frode e solo adesso scagionate: avevano effettivamente diritto al bonus – e rinviare le elezioni vorrebbe dire tenere in funzione un esecutivo provvisorio. Il compito di organizzare il voto durante la pandemia  non è semplice, e tanto verrà affidato alle amministrazioni locali che dovranno occuparsi di trovare dei seggi sicuri, e anche le matite adatte. In Olanda si vota con una matita rossa e il governo ha fatto sapere che a ogni elettore dovrà essere garantito l’uso di una matita sanificata o nuova. Al sito Politico, Rotterdam, Amsterdam e l’Aia hanno detto che preferiscono la seconda opzione, ma lo scoglio più grande sembra trovare dei posti in cui votare in sicurezza. I locali in cui gli olandesi avevano votato finora sono in gran parte non utilizzabili, non può essere garantita la distanza, servono altri posti e ogni città ha iniziato la sua ricerca, con poco entusiasmo: l’idea di una votazione mentre l’Unione europea parla di terza ondata non piace. 

 

Il governo ha dato la possibilità di votare via posta a  chi ha più di 70 anni, ma un primo esperimento si è rivelato un po’ fallimentare. E’ stato fatto un  tentativo con alcuni residenti dell’Aia, ma la metà delle schede non era valida: erano state imbustate male e quindi annullate. Se lo stesso fallimento dovesse accadere su scala nazionale non sarebbe un buon segnale. Inoltre i  seggi rimarranno aperti per tre giorni, e non uno solo, la speranza è di non creare assembramenti. 

 

Di campagna elettorale si parla poco. Le critiche nei confronti della gestione della pandemia sono state molte, gli olandesi hanno manifestato contro le decisioni dell’esecutivo e spesso ci sono stati scontri violenti con la polizia, soprattutto contro l’imposizione del coprifuoco, bocciato anche da un tribunale. Neppure la campagna di vaccinazione è stata un successo, è iniziata in ritardo rispetto agli altri europei e procede lentamente. Ma Rutte che pure ha iniziato ad allentare alcune restrizioni a ridosso del voto – ha riaperto le scuole e alcuni negozi – non ha mai visto scemare seriamente  il suo consenso. La pandemia poi ha annullato i temi cari ai populisti e il partito di estrema destra di Geert Wilders, Pvv, che rimane sempre al secondo posto, è stato ridimensionato. Secondo gli analisti finché ci sarà Rutte, il suo partito Vvd potrà continuare a essere sicuro del consenso dei cittadini, Rutte piace, al di là del  Partito popolare per la libertà e la democrazia è il suo carisma a essere trainante. Cambieranno i compagni di coalizione, se il voto confermerà i sondaggi: Rutte che fino a metà gennaio ha governato con i cristiano democratici della Cda, i liberali di sinistra dei D66 e dell’unione cristiana Cu, potrebbe anche fare a meno di quest’ultima.

Di più su questi argomenti:
  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.