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Alleanze da vertice

È nato un tandem Draghi-Macron sull'autonomia dell'Ue

David Carretta

Il premier e il presidente francese d’accordo sul divieto alle esportazioni dei vaccini. Gli altri dossier

Mario Draghi ed Emmanuel Macron hanno fatto fronte comune al vertice europeo che si è tenuto giovedì e ieri in videoconferenza. Che sia sul protezionismo sui vaccini o il rafforzamento della difesa e della sicurezza, il presidente del Consiglio italiano e il presidente francese hanno sostenuto linee convergenti sulla direzione che deve prendere l’Unione europea. I due si erano sentiti prima dell’inizio del vertice. Nessuno sa se l’offensiva comune sia stata effettivamente concordata e coordinata. Nessuno osa parlare di vero e proprio “asse”. E nessuno immagina che ci sia già un’alleanza strutturata. Ma alcuni leader e diplomatici hanno constatato che Draghi e Macron, ciascuno con il suo tono e la sua personalità, hanno inviato sostanzialmente lo stesso messaggio sul concetto di autonomia strategica dell’Ue. Autonomia sui vaccini. Autonomia sulla sicurezza. L’Europa deve imparare a contare prima di tutto su se stessa. Non per forza in contrapposizione agli Stati Uniti, ma per far capire all’Amministrazione di Joe Biden che l’Ue fa sul serio. Quella tra Draghi e Macron potrebbe essere solo una convergenza di visione sull’Europa. Ma con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che abbandonerà la scena nazionale ed europea a fine anno potrebbe anche diventare un rapporto per prendere la leadership dell’Ue.


Durante le discussioni al vertice “Draghi è stato Draghi”, spiega al Foglio un diplomatico. Forte della sua autorevolezza e degli otto anni di Consigli europei come presidente della Bce, non ha avuto bisogno di un apprendistato. Ciò che ha sorpreso nel dibattito di giovedì è la posizione di Draghi sulle esportazioni dei vaccini, con una domanda secca a Ursula von der Leyen: se lo fanno gli Stati Uniti, perché l’Ue non può fare altrettanto? “E’ stato paradossale sentire un ex banchiere centrale a favore del libero mercato esprimersi per limitare gli scambi”, dice un’altra fonte dell’Ue. Macron è stato più esuberante. Il presidente francese ha chiesto di usare in modo più aggressivo il meccanismo sui controlli delle esportazioni dei vaccini già introdotto dalla Commissione e di ampliare la lista dei prodotti che possono essere bloccati. Il problema è che Biden ha appena firmato un ordine esecutivo che allarga il divieto di esportazione degli Stati Uniti a ingredienti fondamentali per la produzione dei vaccini in Europa, tra cui i lipidi essenziali per Pfizer-BioNTech e Moderna. L’Ue vuole anticipare un potenziale problema con il vaccino di Johnson & Johnson, che dovrebbe essere prodotto in Europa ma impacchettato negli Stati Uniti. L’autorizzazione dell’Ema è attesa l’11 marzo. Johnson & Johnson inizierà a distribuire ad aprile, ma “dobbiamo assicurarci che queste dosi tornino dagli Stati Uniti in Europa”, spiega la fonte dell’Ue.

 

La linea radicale di Macron non è passata, ma il meccanismo sui controlli delle esportazioni dell’Ue dovrebbe rimanere in vigore anche dopo il 31 marzo. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, intende avviare un dialogo con gli Stati Uniti per non farsi male reciprocamente. Nel frattempo, i leader hanno deciso di accelerare la produzione. Ci vorranno mesi. Ai comandi è stato messo il commissario Thierry Breton. L’obiettivo è trasformare entro fine 2021 l’Ue nel primo produttore mondiale di vaccini con 3 miliardi di dosi all’anno contro 2,5 miliardi degli Stati Uniti. “Autonomia strategica non vuole dire fare tutto noi. Ma farsi rispettare dagli americani se necessario, per poi mettersi attorno al tavolo”, dice la fonte dell’Ue.

 

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