Editoriali
Telefonami per 10 anni, in Ue
L’abolizione del sovrapprezzo roaming continua, dice la Commissione
La Commissione di Ursula von der Leyen ieri ha proposto di prolungare per dieci anni la regolamentazione che permette ai cittadini europei di non pagare il sovrapprezzo del roaming quando attraversano le frontiere e si recano in un altro paese dell’Unione europea. Si potrà continuare a telefonare, inviare sms e soprattutto utilizzare dati del proprio abbonamento senza costi aggiuntivi. L’esecutivo comunitario ha previsto anche una modifica per imporre agli operatori esteri di non abbassare la velocità degli utenti ospiti, facendoli passare sulla rete 3G quando è disponibile la 4G. L’emendamento è importante in vista dell’introduzione della 5G. Il sovrapprezzo del roaming è stato abolito il 15 giugno del 2017. Da allora il traffico di dati in roaming è aumentato di diciassette volte.
Con la 5G e le sue applicazioni la crescita sarà esponenziale. L’abolizione del roaming è diventata, con la scomparsa dei controlli alle frontiere di Schengen, uno dei simboli dei benefici diretti per i cittadini dell’appartenenza all’Ue. Quest'estate, pandemia permettendo, i britannici se ne renderanno conto quando riceveranno le bollette dopo le loro vacanze in Spagna, Portogallo o Italia. Post Brexit, un film su Netflix o farsi guidare da Google Maps in un paese dell’Ue rischia di costare un patrimonio. Del resto è quello che succede a italiani, francesi, tedeschi o austriaci che attraversano la Svizzera – che non è parte dell’Ue – e si dimenticano di schiacciare il bottone per togliere il roaming sui dati. Nell’Ue non c’è stata la strage di operatori a causa della fine del balzello transfrontaliero. Ma un problema resta: non ci sono state nemmeno le aggregazioni transfrontaliere necessarie a fare dell’Ue un mercato unico di telecomunicazioni e dati. È su questo che la Commissione ora deve lavorare.
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