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Aspettando la vice

La scelta di Joe Biden per la vicepresidenza si avvicina

Gianni Castellaneta

Alla convention democratica che si terrà a Milwaukee dal 17 al 20 agosto il candidato alla Casa Bianca designerà la sua vice. Sarà donna ed esponente di una delle minoranze etniche. Le candidate e il ticket dei sogni

La campagna elettorale per le presidenziali americane è in pieno svolgimento dalle rispettive roccaforti e sull’iter che porterà al voto aleggia un certo margine di incertezza a causa dell’emergenza sanitaria in atto nel paese. Tuttavia, il Partito democratico ha confermato che la convention finalizzata a investire ufficialmente Joe Biden si svolgerà come previsto a Milwaukee dal 17 al 20 agosto. L’attenzione sarà tutta sulla scelta che l’ex braccio destro di Barack Obama farà per designare il suo vice nel ticket che contenderà la Casa Bianca a Donald Trump.

 

Anzi, sarebbe meglio dire la sua vice: è praticamente certo infatti che Biden sarà affiancato da una donna, che molto probabilmente sarà l’esponente di una delle minoranze etniche presenti nel paese. Dalle possibili candidate in lizza, possiamo già essere certi che non si tratterà di una nomination simbolica, tesa a strizzare l’occhio al movimento “Black Lives Matter”; al contrario, sarà una scelta in grado di unire forma e sostanza, dando dunque ancora più forza al Partito democratico, che attualmente sembra volare nei sondaggi.

 

A guardare l’identikit delle possibili candidate, potremmo parlare di un “settebello”, o meglio di un “setterosa”. Partiamo da Alexandra Ocasio-Cortez, giovane membro del Congresso che nei giorni scorsi si è distinta per avere contrastato – con intelligente fermezza – i villi attacchi sessisti del collega repubblicano Ted Yoho. “AOC” potrebbe senza dubbio portare i voti di molti giovani a Biden, ma attualmente non è ancora eleggibile come vicepresidente dovendo compiere almeno 35 anni (e avendone lei quasi 31). Dovrà dunque attendere il 2024, quando probabilmente potrebbe essere il momento di un grande ritorno, quello di Barack Obama, dato che Biden sarà verosimilmente troppo anziano per portare a termine due mandati. Il passaggio del testimone potrebbe essere facilitato proprio dalla moglie Michelle, donna di grande carisma ed esperienza che saprebbe senz’altro scaldare i cuori di molti cittadini americani.

 

Altre opzioni suggestive potrebbero essere quelle offerte da tre donne forti e determinate. La prima, Susan Rice, può vantare un’esperienza di lunghissimo corso alla Casa Bianca, essendo già stata impiegata nel National Security Council sin dall’Amministrazione Clinton e avendo ricoperto ruoli di spicco durante la presidenza Obama come consigliere per la sicurezza nazionale e come Rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.  Anche  Tammy Duckworth, senatrice dell’Illinois e veterana della guerra in Iraq del 2003 (durante la quale perse entrambe le gambe in un incidente), potrebbe essere presa in considerazione per la sua esperienza, la sua carriera pregressa, e il fatto di essere rappresentante delle minoranze etniche asiatiche. Valdez (Val) Demings, infine, afroamericana, ex capo della polizia di Orlando ed ora congresswoman per la Florida, sempre  a fianco dei suoi agenti per riportare law and order nella sua città a livelli tra i più bassi negli Stati Uniti. Tre candidate di grande valore ma  che probabilmente non farebbero ombra fra quattro anni ad un ticket  presidenziale Barack/Michelle Obama, magari  a parti invertite

 

Tuttavia, se dovessimo scommettere i nostri cinque dollari, attualmente in pole position potrebbe esserci Kamala Harris.  Senatore della California, persona dotata di grande preparazione e conoscenza giuridica, nonché estremamente scrupolosa, potrebbe ricordare in un certo senso il profilo di Barack Obama: come l’ex presidente, nemmeno Kamala Harris appartiene alla comunità afroamericana tout court, essendo figlia di padre giamaicano e di madre indo-americana (nata a Chennai). Una personalità multietnica, dunque, che sarebbe stata perfetta nell’America iper-globalizzata di dieci anni fa ma che come punto debole probabilmente potrebbe non essere del tutto corrispondente ad incarnare gli aspri contrasti sociali che stanno scuotendo l’America in questi mesi.

 

Non manca molto per conoscere la scelta che farà Biden. Quello di cui si può essere sicuri è  che il candidato democratico avrà a disposizione un formidabile ventaglio di scelte per prepararsi ad affrontare l’incubent candidato repubblicano fra i fatidici cento giorni, tenuto conto che lo spostamento delle elezioni è solo fantasia mediatica e costituzionalmente impossibile. Se la sua nomination si rivelerà ben ponderata, il ticket Dem potrebbe essere altamente competitivo in un momento in cui l’Amministrazione Trump è in enorme difficoltà per la crisi sanitaria, economica e sociale che sta portando gli Stati Uniti verso una preoccupante deriva ed in caso di vittoria a novembre affrontare con determinazione anche  le probabili polemiche che ne seguiranno.

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