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Inizia la presidenza tedesca al Consiglio dell'Ue. Buon semestre, Angela

La cancelliera è pronta a fare di questi sei mesi il periodo del cambiamento dell'Europa. Ecco il programma mese per mese: le relazioni con gli stati membri, l'Italia del Mes e l’incognita Trump

Oggi la Germania assume la presidenza del semestre europeo e le aspettative sono tante, sono ambiziose, come ha anche detto Manfred Weber in una recente intervista al Foglio. La prima volta che Angela Merkel aveva presieduto un Consiglio europeo era il 2008 e allora alla cancelliera toccò il compito di trasformare il fallimento della Costituzione, bocciata nel 2005 da francesi e olandesi con un referendum, in un nuovo trattato europeo. Da lei preparato e poi siglato dalla presidenza successiva, quella portoghese a Lisbona. Oggi ci sono altre crisi, innanzitutto la crisi sanitaria, l’Unione europea è cambiata e anche Angela Merkel, che per la fine del suo mandato ha deciso di ripensare la sua strategia e rivedere le sue priorità e di mettere l’Ue al primo posto. 

   

Il logo e il motto. Questa presidenza ha già un soprannome, sarà per tutti la corona presidency, perché per forza dovrà occuparsi di questo, di gestire il rientro dell’Unione europea nella normalità. E ci sarà tanto, tantissimo, da fare, anche per questo c’è chi sospira pensando che il semestre dal primo luglio per fortuna toccherà alla Germania, che dalla scorsa settimana ha anche fatto sapere quale sarà il suo motto. Ne ha uno in tedesco e uno in inglese che non sono l’esatta traduzione l’uno dell’altro, ma servono a mettere un po’ di cose in chiaro e ci rivelano l’altro lato della grandezza, quello merkeliano. In tedesco: “Gemeinsam. Europa wieder stark machen”. In inglese: “Together for Europe's recovery”, che è un modo un po’ più brussellese per dire: “Insieme. Rendere di nuovo forte l’Europa”. Chi vuol capire, capisca. Intanto la cancelliera ha messo da parte le ritrosie e sembra essere pronta a fare di questo semestre il periodo del cambiamento che quasi abbiamo intravisto in queste ultime settimane. E’ già pronto anche il logo, un nastro di Möbius, quella superficie non orientabile, che non inizia e non finisce mai, che non ha nulla a che vedere con il simbolo dell’infinito, ma che è fatto di traiettorie intricate e deve simboleggiare “azioni comuni che emergono continuamente dalle diversità dell’Unione europea”, un inno al compromesso, alle soluzioni, all’unione e alla solidarietà. 

  

Il programma della presidenza tedesca. La presidenza tedesca dell’Ue è stata divisa in tre fasi. La prima sarà dominata dalla necessità di trovare un accordo sul Recovery fund e il bilancio 2021-27. Merkel spera di trovare un compromesso politico al più alto livello a luglio, non al vertice del 17 e 18, ma in un Consiglio europeo successivo, che dovrebbe tenersi entro la fine del mese, anche se non è escluso che i negoziati si trascinino fino ad agosto.

  

Il cuore franco tedesco. Il Recovery fund in discussione in queste settimane è l’espressione di questa ultima, sconvolgente trasformazione della Merkel e l’incontro tra la cancelliera e il presidente francese può essere l’inizio di una nuova fase nel matrimonio franco-tedesco: quella dell’amore adulto. Meno magia (la citò la stessa Merkel la magia, al primo incontro con Macron, facendoci sdilinquire), più responsabilità in particolare nei confronti degli altri paesi – prima di tutto l’Italia. Pragmatismo e collaborazione, si lavora insieme per salvarsi insieme, tutta la famiglia al sicuro altrimenti non lo è nessuno – “forse non lo sai ma pure questo è amore”. 

   

Il nuovo posto dell’Ue. C'è chi pensa che non sia un caso il fatto che la Germania assuma per la seconda metà del 2020 la presidenza di turno dell’Unione europea, proprio quando il presidente dell’America si gioca la rielezione. Sapienza del destino. E infatti, se il diavolo sta nei dettagli, sembra proprio voglia portarci al confronto secco tra due leadership, la Merkel di qui e Trump di là. Due visioni del mondo divergenti. E per quanto paradossale possa sembrare, l’atteggiamento crepuscolare è quello di Trump, che pure ha solo un mandato sulle spalle e vuole fortissimamente il secondo, mentre la Merkel che è al governo da 15 anni ha ancora la voglia di fare rivoluzioni, come quella di rivedere il proprio approccio all’integrazione europea e all’austerità in nome di una solidarietà indispensabile per il continente.