(foto LaPresse)

Campari in Olanda. E dov'è lo scandalo?

Redazione

I grandi gruppi spostano la sede legale ad Amsterdam e non per motivi fiscali

Campari, marchio italiano, anzi italianissimo, leader nei liquori e cocktail (tra le controllate Grand Marnier, Glen Grant e Aperol) trasferisce nei Paesi Bassi la sede legale. E’ possibile che chi fa continuamente propaganda sul made in Italy meni scandalo per questa decisione, come a suo tempo ci si scandalizzò a vuoto per quella di Fca in èra Marchionne. Ma intanto è bene precisare che in questo caso viene trasferita la sede legale, non quella fiscale come invece fu, ma con Londra, appunto per Fca. Anche Mediaset ha appena trasferito ad Amsterdam la base legale del nuovo gruppo televisivo internazionale MediaforEurope; mentre nel corso degli anni vi si sono acquartierate holding o partecipate di gruppi pubblici e privati come Cementir, Eni, Enel, Exor, Ferrero, Prysmian, Saipem, Telecom Italia, Illy, Luxottica e molte altre. E così circa 3 mila società straniere, da eBay, Uber e Google ai Rolling Stones e gli U2. Qual è il motivo dell’attrattività dell’Olanda? Una legge societaria estremamente semplificata rispetto al mastodontico codice civile e amministrativo italiano. Soprattutto i Paesi Bassi riconoscono agli azionisti di maggioranza un diritto di voto plurimo.

 

Questa norma attrae le società, che in questo modo possono mantenere un controllo più saldo sull’azienda, ed è cruciale nelle fusioni alla pari quale quella che avverrà tra Fca e Psa: poiché una quota verrà riservata al mercato entrambi i gruppi saranno al riparo dalla eventualità che il partner subisca la tentazione di allearsi con qualche nuovo socio ribaltando la governance. In Italia il governo aveva pensato di inserire il voto plurimo nel “decreto Rilancio”, ma poi ha rinunciato. Anche perché non mancano i lati negativi di questo sistema: in una Borsa asfittica come la nostra, senza azionariato diffuso, una norma del genere che rafforza ulteriormente chi può controllare le società con pochi capitali avrebbe potuto pietrificare ulteriormente il mercato italiano. La soluzione non arriva sparando un proiettile d’argento. Per attirare gli investimenti c’è molto da fare su giustizia civile, amministrativa, concorrenza e trasparenza. Non basta il voto plurimo.

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