Tutti sui campi da hockey a vedere come si formano le nuove élite russe

Micol Flammini

Lo sport che piace a Putin, e guardate chi gioca con lui

Roma. Mishustin chi? Si sono domandati in tanti una settimana fa quando, dopo le dimissioni di Dmitri Medvedev, Vladimir Putin proponeva come primo ministro il capo del Servizio fiscale: Mikhail Mishustin. Due le informazioni che circolavano sul suo conto, la prima riguardava la sua passione per l’hockey, la seconda la sua inclinazione per la musica. Il tecnocrate di 53 anni era anche comparso in molte fotografie che lo ritraevano mentre giocava a hockey con il presidente russo, sul ghiaccio dove, a giudicare dal nuovo governo, sembra si plasmi la classe politica di Mosca. Vecchi e nuovi funzionari, politici, dirigenti, tutti a caccia del circolo migliore, con l’ambizione, magari un giorno, di arrivare un po’ più vicino ai campi battuti dal capo del Cremlino. L’hockey è il nuovo laboratorio della classe politica russa, la versione ghiacciata del golf americano. Gli allenamenti, le chiacchiere in spogliatoio sono momenti preziosi per chi ambisce a cariche di rilievo.

 

 

Per Putin l’hockey è una passione recente, non come il judo, il suo primo amore, ha iniziato nel 2011, quando ha fondato la Lega dell’hockey notturno (Nhl), un’organizzazione amatoriale che organizza tornei, festival e allenamenti. Della Nhl Mishustin è un frequentatore abituale, presente spesso agli allenamenti e chissà se il piano per il nuovo governo non sia scattato proprio negli spogliatoi. Tra gli alti funzionari, gli uomini di affari, l’hockey è diventato uno sport molto popolare. Si riuniscono di notte, come suggerisce il nome dell’organizzazione, dopo il lavoro ma per continuare a parlare di lavoro. Putin che gioca sempre con il numero 11 e in posizione di attacco, ha coinvolto molti colleghi:anche Aleksandr Lukashenko, il presidente della Bielorussia, quando va a Mosca si ritrova di frequente a giocare con il capo del Cremlino. Putin vince, spesso anche in modo un po’ sfacciato, e le partite in cui gioca lui vengono trasmesse in televisione. Nella sua squadra ci sono anche Dmitri Peskov, il portavoce del Cremlino, e Sergei Shoigu, il ministro della Difesa. L’agenzia francese Afp è andata a controllare anche le storie degli altri giocatori. In porta c’è Alexei Dyumin, governatore di Tula, ex guardia del corpo di Putin che in seguito ha ricoperto anche incarichi militari importanti come coordinare le forze speciali durante l’annessione della Crimea. Ci sono i fratelli Rotenberg, Arkadi e Boris, ricchissimi uomini d’affari che hanno vinto l’appalto per la costruzione del ponte che collega la Crimea alla Russia. Erano amici d’infanzia di Putin. Anche per gli oligarchi l’hockey è diventato un’ossessione. Stare lontani dal ghiaccio non conviene. Andrei Kolesnikov, giornalista russo ed esperto dell’istituto Carnegie di Mosca, ha detto che la Lega è diventata come una loggia massonica e lo sport offre la possibilità a persone di solito molto distanti tra di loro, abituate a rapporti formali, di simulare e ottenere un certo grado di complicità e confidenza. Anche l’ambasciatore americano in Russia, John Sullivan, lo ha capito e pochi giorni dopo il suo arrivo in ambasciata ha pubblicato un video in cui tra le altre cose professa il suo amore per l’hockey.

 

La nuova vita della politica russa, così simile alla vecchia, gira attorno a Vladimir Putin più di prima. I suoi nuovi uomini sono una corte che non ha bisogno di esprimere pareri, acconsente. Condivide le stesse passioni del leader, anche gli sport. Scriveva Gideon Rachman sul Financial Times del perché è diventato Cina scettico: dopo anni trascorsi a credere che il collasso di Pechino non sarebbe mai arrivato, si sta ricredendo. “Ho iniziato ad avere dubbi – scrive l’editorialista britannico – non per questioni economiche, ma per il culto della personalità che si sta creando attorno a Xi Jinping”. Il culto della personalità fa sì che i leader si circondino soltanto di persone disposte a dire loro quello che vogliono sentirsi dire. I consiglieri bravi scompaiono, i competenti iniziano a dimenticare le loro competenze. Ieri la Duma russa ha approvato in prima lettura le modifiche della Costituzione proposte da Putin. Per scriverle il presidente russo non ha chiesto che ci fossero i più bravi costituzionalisti del paese, ma scrittori, ballerine, attori, pianisti, sportivi disposti a dire di sì. Qualcuno lo avrà anche incontrato sul campo di hockey, dove si formano le nuove élite e dove forse il collasso del paese è già iniziato.

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