La Moschea Grande di Parigi

“Gli islamisti controllano 150 quartieri francesi”

Giulio Meotti

Sono “Gli emirati della Repubblica” del socialista Pupponi. Un documento-choc

Roma. “Il 5 gennaio, dopo l’attentato a Villejuif (un morto, ndr), il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, ha inviato un telegramma ai prefetti chiedendo loro di convocare i gruppi di valutazione dipartimentali. La Dgsi, direzione generale del controspionaggio interno, aveva appena mappato 150 distretti ‘in possesso’, a suo dire, degli islamisti: un documento classificato come segreto e che non è stato divulgato, a eccezione degli Interni, neppure ai ministri interessati”. E’ l’esclusiva resa nota dal settimanale Journal du dimanche. Quindici anni fa si scoprì che le autorità francesi avevano un elenco di 750 “Zones Urbaines Sensibles”, aree urbane cadute nell’illegalità, no-go zone. Adesso, per la prima volta, si ammette l’esistenza di un numero preciso di queste zone, quartieri, enclave, finite nelle mani dei fondamentalisti islamici e che le plasmano secondo la loro ideologia di sottomissione. Oltre ad alcuni sobborghi di Parigi, Lione e Marsiglia, da tempo interessati dal fenomeno, ci sono diverse città del nord: tra le altre Maubeuge, dove l’Unione dei democratici musulmani francesi ha raggiunto il 40 per cento in un seggio elettorale e dove “la situazione è allarmante”; l’agglomerato di Denin; Roubaix, dove “la situazione sta assumendo proporzioni preoccupanti”, secondo un prefetto.

 

 

Ma anche aree più inaspettate, come l’Alta Savoia o nell’Ain, ad Annemasse, Bourg-en-Bresse, Oyonnax o Bourgoin-Jallieu. Ancora più sorprendente, “la comparsa di microterritori in zone improbabili”, continua il prefetto, come Nogent-le-Rotrou, nell’Eure-et-Loir. Come conseguenza dell’accoglienza mediatica riservata al libro del politologo Bernard Rougier, “Les territoires conquis de l’islamisme”, l’esecutivo sembra deciso a prendere sul serio questa frattura francese. “L’islamismo è una macchina per distruggere la Francia”, dice Rougier al settimanale Marianne di questa settimana. Negli stessi giorni arriva nelle librerie il volume “Les émirats de la République”, sottotitolo: come gli islamisti prendono possesso delle banlieue. L’autore, François Pupponi, è l’ex sindaco socialista di Sarcelles, uno di quei 150 quartieri sotto scacco da parte dell’estremismo musulmano. Pupponi denuncia una vera e propria minaccia islamista alla Francia. Spiega nel suo libro che anche molti immigrati musulmani sono pronti a votare per Marine Le Pen “pur di trovare pace in certi quartieri”.

 

 

L’esempio più eclatante di infiltrazione islamica politica è quello di Garges-lès-Gonesses, spiega Pupponi, dove Samy Debah, fondatore del Collettivo contro l’islamofobia in Francia, vicino ai Fratelli musulmani, è vicino a diventare il primo cittadino di questo comune di 42 mila abitanti. Per Pupponi, “cercheranno di imporre nei nostri territori un certo numero di regole contrarie a quelle della Repubblica. Questo è quello che sta accadendo in tutto il mondo e sta già accadendo in alcuni dei nostri quartieri. Ciò che mi traumatizza di più è l’incapacità della nostra Repubblica di agire. Dobbiamo combattere l’islamismo come abbiamo combattuto il nazismo e lo stalinismo”.

 

Parole che pesano. Assieme a quel numero, centocinquanta, che conferma quanto aveva già detto nel libro Un président ne devrait pas dire ça proprio François Hollande, non certo uno della destra lepenista: “Come possiamo evitare la partizione? Perché è quello che sta succedendo: la partizione”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.