Pino Arlacchi (foto LaPresse)

Pino Arlacchi spiega perché ha deciso di fare il consulente di Maduro

Maurizio Stefanini

Parla l’ex sottosegretario generale dell’Onu. “L’opposizione in Venezuela è eversiva e il paese è vittima di una cospirazione”

Roma. “E’ vero: il governo del Venezuela mi ha nominato suo consulente”. Sociologo, ex parlamentare, ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttore dell’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine, Pino Arlacchi conferma al Foglio l’indiscrezione del giornale Alnavío. Nega però che sia un incarico di natura diplomatica da “superministro degli Esteri” o da “super-lobbista” in Europa: “E’ una consulenza per riformare il sistema giudiziario in modo da renderlo più efficace nella lotta contro la corruzione e la criminalità internazionale. Spero di poter dare un contributo in questa direzione usando molto l’esperienza italiana, sia nella lotta alla criminalità organizzata sia in quella alla corruzione, che può essere molto utile a questo riguardo”. E aggiunge: “E’ un incarico gratuito, come quello che ho svolto per esempio per la Romania”.

 

  

Secondo la sua analisi, il Venezuela è vittima di una cospirazione internazionale, che avrebbe innescato l’iper-inflazione attraverso le quotazioni del dollaro parallelo riportate dal giornale Dollar Today. In questo piano occulto, l’obiettivo sarebbe quello di sottrarre al Venezuela la Citgo, importante società di raffinazione e distribuzione di carburante negli Stati Uniti che, secondo Arlacchi, hanno mosso guerra al Venezuela per il modo in cui Chávez aveva sfidato il potere del dollaro. L’ex parlamentare italiano ammette però che se “è molto importante che il paese si doti di strumenti più forti” è anche perché la dirigenza della Pdvsa (la compagnia petrolifera statale venezuelana) sotto Chávez era profondamente corrotta. “Il Consiglio di amministrazione della Pdvsa ha rubato per 12 anni quasi 5 miliardi di dollari all’anno”, ricorda Arlacchi. Il fatto che questi dirigenti siano stati ora destituiti e messi sotto indagine sarebbe per lui la riprova che “il governo si è mosso in maniera seria contro la corruzione”.

 

“Il pil del Venezuela si è dimezzato per effetto del crollo del prezzo del petrolio e con l’inizio delle sanzioni americane”, dice l’ex parlamentare italiano. La produzione era già crollata. “Ma ignorare le sanzioni è un atto di disonestà politica e morale”. E il fatto che l’opposizione nel 2015 ha preso 112 dei 167 seggi in Assemblea nazionale e il governo le ha subito tolto i poteri invece non c’entra niente? “C’era un Parlamento completamente eversivo che come prima cosa aveva annullato tutti i contratti petroliferi, pretendendo di sostituirsi al governo nella gestione del paese. In un sistema di divisione dei poteri la Corte costituzionale è intervenuta”.

 

Ma quel Tribunale supremo che ha tolto i poteri all’Assemblea nazionale in realtà sarebbe fuori legge perché eletto senza la maggioranza qualificata prescritta. “L’opposizione venezuelana ha assunto una deriva eversiva. In qualunque paese europeo le violenze dell’opposizione venezuelana non verrebbero tollerate neanche per una settimana”.

 

Ma neanche in Europa verrebbe tollerato un governo che commissaria il Parlamento. Basti guardare a cosa è successo a Boris Johnson nel Regno Unito. “Lo so, certe forzature sono deprecabili, ma succedono. Non lo nego. Non sono qui per difendere il governo venezuelano. Ha fatto sbagli colossali a partire da Chávez, che non ha diversificato l’economia”.

  


“Non sono qui per difendere il governo. Ha fatto sbagli colossali a partire da Chávez, che non ha diversificato l’economia. Sono d’accordo su nuove elezioni monitorate. Ma gli Stati Uniti vogliono arrivare al potere con la forza, installando un governo di loro gradimento”


 

E non è responsabile anche dell’incuria che ha fatto precipitare la produzione? “Una industria petrolifera complessa non può acquistare un pezzo di ricambio per via dell’embargo totale, che è criminale, perché è un embargo rivolto a colpire la sopravvivenza di una popolazione. Quando un paese viene strozzato in quel modo, con sanzioni volte a colpire la popolazione e le fonti di sopravvivenza, siamo di fronte a un crimine contro l’umanità. Questo non lo dico io, l’ha detto il rapporteur dell’Onu sul Venezuela”.

 

L’Onu, col rapporto Bachelet, ha pure detto che Maduro in un anno ha provocato più del doppio dei morti che Pinochet ha fatto in 16 anni di regime. “E’ un rapporto esagerato e sostanzialmente sbagliato”.

 

Vuol dire che l’Onu è affidabile quando difende Maduro e inaffidabile quando lo attacca? “L’Onu è fatta di tante componenti. Per fortuna ci sono anche dei rapporteur indipendenti che non si fanno condizionare dai grandi poteri, soprattutto dagli Stati Uniti, e che quando parlano del Venezuela cercano di avere un minimo di imparzialità e distanza”.

 

Ma perché il Venezuela non ha mai diversificato l’economia? Non è che al regime convenisse avere una risorsa centralizzata in modo da controllare la società e togliere spazio all’opposizione? “La domanda da 100.000 dollari! In realtà per i paesi petroliferi è sempre difficile diversificare. Vediamo anche la Russia. Solo l’Iran è riuscito a far sì che oggi il 70 per cento della propria economia non dipenda dal petrolio”.

 

Quindi? “Sono d’accordo su nuove elezioni monitorate internazionalmente, specialmente da Ue e Onu, e dopo una riforma della commissione elettorale. Gli Stati Uniti non vogliono elezioni: vogliono arrivare al potere con la forza, installando un governo di loro gradimento. Ora si sono accorti che Guaidó non funziona, non ne ha azzeccata una. Probabilmente punteranno su un’altra persona. Ma sono d’accordo che va attivato il processo democratico, chi vince governa, e chi governa spero che riesca a uscire dalla maledizione del petrolio. Il Venezuela ha risorse alternative immense”.

 

Però per il potere è troppo comodo far dipendere tutto dal petrolio. “Io sono di sinistra da sempre, quindi per me i diritti dei più poveri vengono prima di tutto. I due principali tra i tanti errori che Chávez ha commesso sono la mancata diversificazione dell’economia, come ho detto, e la mancanza di investimenti sociali. I soldi del petrolio sono stati passati alla gente senza fare funzionare le strutture pubbliche”.

 

Alla gente che votava per il regime… “Anche questo è stato un errore grandissimo. E anche l’attuale governo è largamente pieno di gente inadeguata. Selezionata politicamente e non competente nel proprio campo. Guardi, non è che io sono scemo. Le cose le vedo, le capisco. So pure che la polizia venezuelana è troppo violenta. In questo il rapporto Bachelet ha ragione. Ci sono squadre della polizia che vanno sciolte”.