Il bersaglio prediletto della violenza in Iraq sono le donne belle e non timorate (Foto LaPresse)

La guerra contro le donne libere in Iraq

Adriano Sofri

L'assassinio di Tara Fares, la star di Instagram che ha oltre due milioni di follower, è solo l'ultimo di una lunga serie 

In Iraq giovani donne scelte con cura per la loro bellezza e per la libertà con la quale ne disponevano sono assassinate in agguati di banda. Niente “raptus”, né cuori spezzati: punizioni di donne libere e del loro cattivo esempio. Tara Fares, 22 anni, curda di Erbil, è stata assassinata a Baghdad il 27 settembre mentre era alla guida della sua auto da due sparatori in motocicletta. Tara era seguita e ammirata su Instagram da più di due milioni di persone, e odiata in proporzione, per le sue “provocazioni”, abbigliamento, capigliatura, tatuaggi...

 

Ancora a Baghdad, in agosto, erano state assassinate in due agguati domestici Rafeef al Yaseri e Rasha al Hassan, ambedue note per le loro posizioni di rilievo nel campo della chirurgia plastica e dell’industria dei cosmetici. Pochi giorni fa era stata assassinata, questa volta a Bassora, Suad al Ali, militante dei diritti umani e animatrice della ribellione che da un mese scuote la grande città petrolifera del sud iracheno, flagellata da siccità, epidemie e corruzione impudente. C’è una guerra contro le donne, e c’è una guerriglia contro le donne. Il bersaglio prediletto sono le donne belle e non timorate. Le donne troppo belle e troppo poco spaventate.

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