Attiviste per l'aborto nella stazione Connolly di Dublino

Dopo i matrimoni gay l'Irlanda ci riprova: referendum sull'aborto

Redazione

La consultazione dovrebbe svolgersi a maggio o giugno 2018, poco prima del viaggio di Papa Francesco nella Repubblica

Il governo irlandese ha annunciato che l’anno prossimo si terrà un referendum sull'aborto per decidere se abrogarne il divieto (che oggi è valido in quasi tutte le circostanze). La consultazione dovrebbe svolgersi a maggio o giugno 2018, poco prima del viaggio di Papa Francesco, che sarà nella Repubblica irlandese in agosto. L'interruzione di gravidanza è attualmente illegale salvo in caso di pericolo per la vita della madre. "Il governo ha raggiunto un accordo su un referendum relativo agli emendamenti costituzionali" tra cui "l'ottavo", ha comunicato al Parlamento il primo ministro Leo Varadkar. L'ottavo emendamento garantisce "il diritto alla vita" dell'embrione, tenendo conto del "pari diritto alla vita della madre". Con l’attuale normativa, un aborto illegale è punibile con la condanna fino a 14 anni.

     

Varadkar si era già espresso sul tema e aveva sostenuto che l'ottavo emendamento – introdotto dopo un referendum nel 1983 in cui è stato voluto dal 67 per cento degli elettori – fosse "troppo restrittivo". I gruppi pro-choice in Irlanda affermano che molti medici non effettuano interruzioni di gravidanza, per paura delle conseguenze legali, anche nei casi in cui la legge li consente, come ad esempio quando continuare con la gravidanza comporterebbe la morte della donna.

    

"Qualsiasi modifica della nostra costituzione”, ha dichiarato l'esecutivo di Dublino, “richiede un'attenta considerazione da parte del popolo che dovrebbe avere tempo sufficiente per considerare le questioni e partecipare a un dibattito pubblico ben informato”. La costituzione irlandese, all’articolo 40.3.3, recita infatti: “Lo Stato riconosce il diritto alla vita del nascituro e, nel rispetto della parità del diritto alla vita della madre, ne garantisce il rispetto, e, per quanto possibile, attraverso le sue leggi difende e rivendica tale diritto”. 

   

  

Il governo ha fissato un calendario per diverse consultazioni popolari nei prossimi due anni, tra cui uno su una legge anti-blasfemia. Nel 2015 l'Irlanda è diventato il primo paese al mondo a legalizzare il matrimonio gay attraverso un referendum. Ma l'aborto resta un tema divisivo. L’anno scorso il parlamento irlandese ha istituito un’assemblea di cittadini guidata da Mary Loffoy, un giudice della Corte Suprema, e composta da cento membri, per considerare l’abolizione del divieto attualmente in vigore. Sempre nel 2016, una commissione delle Nazioni Unite aveva stabilito che l’Irlanda ha violato i diritti di una donna costringendola a recarsi all’estero per praticare un aborto, nonostante le fossero stati diagnosticati gravi difetti congeniti al feto.

    

Le donne che abortiscono fuori dal paese, infatti, non vanno incontro a rischi penali. Secondo le statistiche compilate dal Dipartimento di Salute britannico tra il 1980 e il 2015, almeno 165.438 donne e ragazze irlandesi hanno praticato aborti nel territorio britannico. Nel 2016, sono state 3.451. Nel giugno scorso, la camera dei Comuni del Regno Unito aveva approvato un emendamento che rendeva l'aborto gratuito anche per le donne dell'Irlanda del Nord, una delle quattro nazioni costitutive del Regno Unito.

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