Tutta colpa del diesel? Fake news

Redazione

E’ facile propalare allarmismo dalla Norvegia “verde” grazie al petrolio

Anche l’Istituto meteorologico norvegese, un’agenzia pubblica sotto il ministero per Educazione e Ricerca di Oslo, contribuirà essenzialmente alla già corposa letteratura che inanella stime choc sugli effetti delle attività antropiche sulla salute umana. Con uno studio pubblicato sulla rivista Environmental research letters, l’agenzia, insieme ad altri enti di ricerca, riconduce circa 10 mila decessi in Europa (su oltre 700 milioni di abitanti) all’aumento di emissioni di ossido di azoto derivanti dai motori diesel nel 2013, di queste 4.560 sarebbero collegabili alle emissioni in eccesso rispetto ai limiti dichiarati dai produttori di veicoli che, si è scoperto, truccavano i risultati dei test per l’approvazione alla circolazione su strada, com’è emerso dallo scandalo “Dieselgate”. Non è in discussione che l’inquinamento peggiori la qualità dell’aria. Tuttavia è incredibile come sia possibile calcolare con precisione il numero di persone strappate alla vita prima del tempo misurando un teorico incremento delle emissioni di un certo tipo di veicoli di alcune case automobilistiche.

  

Secondo lo studio l’eccesso di emissioni avrebbe causato in Italia 1.250 morti all’anno, visto che la Valle del Po è particolarmente inquinata, com’è noto. Tutta colpa del diesel? Secondo Engie, azienda energetica francese, sostituendo a Milano il 10 per cento degli impianti di riscaldamento più vecchi e inefficienti con impianti più moderni si otterrebbe una riduzione delle emissioni pari al blocco del traffico di sei settimane. Non è poi da sottovalutare la conclusione dello studio, incoraggiato dal Research Council of Norway, quando dice che “il Dieselgate può anche avere l’effetto di sperimentare la transizione verso veicoli elettrici e altri modi di trasporto alternativi”. Oslo ambisce a bandire la vendita di veicoli a combustibili fossili entro il 2025. In parte si può permettere di generare elettricità con l’abbondante idroelettrico. In parte può incentivare l’acquisto di auto elettriche attingendo a uno dei fondi sovrani più ricchi del mondo grazie allo sfruttamento delle risorse nazionali di petrolio e gas ambite dalle corporation (39 offerte per le ultime licenze di esplorazione). Senza contare che il Norges Bank Investment Management è tra gli azionisti che hanno fatto causa a Volkswagen dopo il Dieselgate (ma ne era socio anche quando i motori diesel rombavano più forti che mai).

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