Benjamin Netanyahu (foto LaPresse)

Perché Netanyahu ha cancellato l'appuntamento col ministro tedesco che critica Israele

Redazione

Gerusalemme ha chiesto a Berlino di evitare l'incontro con due ong che diffondono propaganda anti-israeliana. "Inimmaginabile", dice il ministro degli Esteri Gabriel, che nel 2012 aveva descritto Israele come uno stato di apartheid

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha cancellato all'ultimo il suo incontro con il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel in visita in Israele. Netanyahu ha chiesto al ministro tedesco di scegliere fra l'incontro con lui o con due organizzazioni non governative, critiche nei confronti di Israele: B’Tselem e Breaking the Silence. Quest’ultima in particolare sostiene che le forze di difesa israeliane (Idf) commettono crimini di guerra. Netanyahu ha ricevuto il sostegno di Yuli Edelstein, portavoce della Knesset, che ha scritto su Twitter che Breaking the Silence e B'Tselem diffondono propaganda anti-israeliana e ha invitato Gabriel ad annullare i suoi incontri con le ong.

 
 
Gabriel, che nel 2012 aveva descritto Israele come uno stato di apartheid, ha detto che sarebbe stato "un evento straordinario, per usare un eufemismo", se Netanyahu avesse annullato i loro colloqui in programma, e ha sostenuto che è normale parlare con rappresentanti della società civile. “Immaginate se il primo ministro israeliano fosse venuto in Germania e avesse voluto incontrare persone critiche nei confronti del governo e questo avesse detto che non è possibile. Sarebbe impensabile", ha detto il ministro tedesco alla televisione nazionale Zdf. A rispondere a Berlino è il ministro dell'Istruzione Naftali Bennett: "Breaking the Silence non è un'organizzazione anti-Netanyahu ma è anti-Idf". Posizione che trova l’appoggio anche dell’ex ministro della Difesa Moshe Ya'alon: "Il finanziamento e la partecipazione dell'Europa su questi temi travalica molte linee rosse nelle relazioni tra i nostri paesi".

 

Nel frattempo, il leader dell'opposizione Isaac Herzog (Unione sionista) ha adottato un approccio diverso: in un incontro con Gabriel oggi a Gerusalemme ha presentato il suo punto di vista sulle azioni dell'esercito israeliano. "L’Idf ha quotidianamente a che fare con la minaccia terroristica nella regione più complessa del mondo. In tutte le guerre di Israele ha dimostrato più e più volte di agire secondo le norme del diritto internazionale e nel rispetto dei diritti umani. Talvolta, anche mettendo a rischio la vita di soldati in campo, le forze di difesa israeliane hanno interrotto azioni militari per la preoccupazione di colpire i civili, spesso utilizzati dai terroristi come scudi umani”.