Donald Trump (foto LaPresse)

L'accappatoio di Donald Trump

Annalena Benini

Junk food alla Casa Bianca. Con le mani da solo davanti alla tivù

Il portavoce di Donald Trump ha smentito pubblicamente il New York Times: il presidente non indossa e non possiede accappatoi. Non guarda la televisione e non tuìtta in accappatoio durante le sere solitarie alla Casa Bianca. L’immagine è quella di un presidente biondo, esageratamente abbronzato (lui dice a causa degli integratori che prende per evitare la rottura dei capillari e la caduta dei capelli) e scalzo, che su un enorme letto drappeggiato d’oro, a gambe accavallate, ricarica il telefono e scrive nella penombra tweet furibondi contro i giornali che fanno “total fiction” su di lui. In accappatoio bianco e soffice, con la cintura legata larga, di quegli accappatoi con lo stemma che offrono negli alberghi a tante stelle e che molti cercano di infilare in valigia e portare a casa, come ricordo, come riscatto. Accappatoio o no, la vita quotidiana di Donald Trump eccita la curiosità di tutti, anche perché con moglie e figlio a New York, e l’abitudine a pochissime ore di sonno (messaggi di lavoro all’una e trenta del mattino e poi di nuovo alle quattro e trenta), c’è molto tempo da riempire, e la vita domestica, ossessiva e solitaria, dell’uomo che difficilmente coltiverà l’orto di Michelle Obama serve a comprendere che cosa sta succedendo in America: il presidente non ama uscire di casa, e a New York la sua passeggiata era in ascensore, dal ventiseiesimo al cinquantaseiesimo piano, dall’ufficio a casa, e così anche adesso, alla Casa Bianca, Donald Trump passeggia fra le stanze, dove è piuttosto difficile trovare gli interruttori per la luce, e così tutte le riunioni finiscono al buio, con i visitatori che cercano a tastoni le maniglie delle porte per trovare la via d’uscita.

 

Alle sei e trenta della sera è tutto semi-deserto ed è quello il momento, smentito, in cui Trump può finalmente indossare il suo morbido accappatoio, guardare la tivù e sfogliare cataloghi di arredamento, scegliendo con attenzione fra diciassette diversi modelli di rivestimenti per finestre. Trump ama l’oro negli arredi, e le sedie con lo schienale rigido, perché nessuno deve mai sentirsi troppo a suo agio. E preferisce il cibo spazzatura. Alla Casa Bianca ha a disposizione cinque cuochi a tempo pieno, ma non sembra molto interessato, tranne che alle bistecche molto cotte con patate, ma se necessario prende un’insalata con bacon, e mangia velocissimo alla scrivania: vorrebbe che tutti facessero come lui, senza perdere tempo in cene di stato con troppe portate. Non fuma, non beve, al massimo un succo di pomodoro con ghiaccio, non fa sport tranne qualche partita a golf. Non gli importa molto dei ristoranti e della buona cucina, visto che i suoi alimenti preferiti sono la pizza di Domino, di cui però mangia solo il condimento e non la pasta, come certi bambini capricciosi, come certe ragazze sempre a dieta,  gli hamburger di McDonald’s, il pollo fritto di Kentucky Fried Chicken e la Coca-Cola Light. Tutto nel cartone, con le mani, da solo, a letto con l’accappatoio inventato, che però gli starebbe perfetto.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.