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Israele nella “lista nera” dell'Onu

Redazione
Le Nazioni Unite vogliono marchiare chi fa affari con lo stato ebraico

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, il principe giordano Zeid Ra’ad Zeid al Hussein, dovrebbe avere ben altre priorità: gli ospedali di Aleppo, di Sanaa e il carnaio mediorientale. Ma si sa che ogni volta che nel suo Consiglio le democrazie hanno sollevato il problema dei crimini nei regimi islamici questi sono riusciti sempre a insabbiare tutto. Sarà forse per coprire la propria insipienza e nullità che al Hussein ha deciso di preparare una “lista nera” delle imprese israeliane e delle aziende internazionali che hanno legami con la Cisgiordania, Gerusalemme est e le alture del Golan per facilitare la promozione di boicottaggi.

 


L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Zeid Ra’ad Zeid al Hussein (foto LaPresse)


 

“E’ ragionevole supporre che l’Onu abbia legami con le imprese che si vogliono includere nella lista, e quindi le Nazioni Unite devono fermare questi collegamenti illegittimi”, ha detto al Hussein scrivendo al vicesegretario generale, lo svedese Jan Eliasson. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha detto in risposta: “Il Consiglio dei diritti umani è diventato un circo anti Israele. Attacca l’unica democrazia in medio oriente e ignora le gravi violazioni di Iran, Siria e Corea del nord. Israele invita i governi responsabili a non onorare le decisioni del Consiglio che discriminano Israele”.

 

Da tempo l’Onu è diventato la principale fonte di antisemitismo nel mondo. E fra queste fonti spicca il Palais des Nations di Ginevra. Un posto talmente grottesco che il matematico francese Laurent Lafforgue ha detto che “è come se un Alto Consiglio dei diritti dell’uomo decidesse di fare appello ai Khmer rossi per costituire un gruppo di esperti per i diritti umani”.

 

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