Jeremy Corbyn, leader del Partito laburista inglese (foto LaPresse)

La ong di Corbyn dietro al festival di Hamas su come ammazzare ebrei

Giulio Meotti
C’è un nuovo scandalo a sinistra dopo le dimissioni dei parlamentari che vogliono “trasferire Israele in America”.

Roma. Il video di propaganda dura pochi secondi: si vedono numerosi bimbi palestinesi a un festival nella Striscia di Gaza con indosso l’hijab e la mimetica, mentre simulano l’uccisione di soldati israeliani con coltelli e mitragliatrici giocattolo. Il “Festival palestinese per l’infanzia e l’istruzione”, così chiamato e che si è tenuto nei giorni scorsi nella città di Khan Yunis, è stato trasmesso dal canale televisivo di Hamas. Agghiacciante, ma fin qui nulla di nuovo. Da anni Hamas e altri gruppi palestinesi incitano i bambini palestinesi a uccidere ebrei israeliani, proprio come fa l’Isis. Se non fosse che questo festival ha uno sponsor speciale: Interpal o Palestinian Relief and Development Fund, la ong inglese finanziata dal leader del Labour Jeremy Corbyn e da altri parlamentari della sinistra britannica. Interpal ha elargito 6.800 sterline a questo festival di Hamas. Lo stesso Corbyn è apparso in numerose serate di raccolta fondi a favore di Interpal, ha donato personalmente alla charity e ha accettato di esserne lo sponsor. Nel 2013 l’attuale segretario del Labour e la consorte accettarono addirittura un tour a Gaza finanziato da Interpal con tremila sterline.

 

La rivelazione sulla ong Interpal arriva in un momento critico per Jeremy Corbyn, alle prese con pesanti e comprovate accuse di antisemitismo nel suo partito. Dopo settimane di accuse e testimonianze su parlamentari e assessori laburisti che hanno in odio gli ebrei e Israele, sono rotolate le prime teste dentro al Labour. La prima è quella di Naz Shah, la parlamentare che ha proposto di “trasferire Israele negli Stati Uniti”. Poi è toccato a Ken Livingstone, ex sindaco di Londra e idolo leftist, che ha detto: “Ricordiamoci che anche Hitler era sionista, prima dell’Olocausto”. Adesso arrivano i soldi al festival dell’odio di Hamas. “La realtà è che molti di coloro che si considerano difensori della causa palestinese sono di gran lunga troppo vicino a chi ha punti di vista profondamente razzisti e antisemiti”, ha detto il deputato Andrew Percy. “E’ assolutamente disgustoso che una charity sia coinvolta in un festival dell’odio che radicalizza i bambini per andare a uccidere ebrei innocenti”.

 

Uno dei migliori amici di Corbyn, Ibrahim Hewitt, è anche il portavoce di Interpal; egli ha scritto un pamphlet in cui giustifica la lapidazione delle donne accusate di adulterio. Corbyn stesso ha presenziato a eventi targati Interpal, come quello di Londra dal titolo “Palestine: Journey Through The Ages”, in cui ha preso parte anche lo sceicco Zahir Mahmood, che disse che quelli di Hamas non erano terroristi ma “freedom fighters”. In risposta alla rivelazione sul ruolo di Interpal nell’incitamento di Hamas, la Charity Commission del Regno Unito ha detto che tratterà l’incidente “come una questione prioritaria”. Interpal è già oggi designata come fiancheggiatrice del terrorismo dagli Stati Uniti per i soldi che raccoglie in Inghilterra a favore di Hamas.

 

Nel 2001, documenti sequestrati dall’esercito israeliano a Ramallah rivelarono che Interpal aveva fatto avere 33 mila sterline alla Islah Charitable Society, fondata da Jamal Tawil, un operativo di Hamas responsabile di attentati kamikaze. Essam Yusuf, uno dei dirigenti di Interpal, si fece fotografare mentre rendeva omaggio al dottor Abdel Aziz al Rantisi, il leader di Hamas che promise di “uccidere tutti gli ebrei” prima di essere eliminato da un caccia israeliano. Sempre Yusuf, che di Interpal è oggi il managing trustee, accompagnò il premier di Gaza, Ismail Haniyeh, a una manifestazione dove si inneggiava alla distruzione di Israele. Due giorni fa Corbyn ha commentato che non esiste un problema di antisemitismo nel suo partito. Non soltanto c’è, ma adesso scopriamo che passa anche attraverso quell’industria della carità che considera l’eliminazione di Israele un favore all’umanità.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.