In migliaia oggi a Parigi hanno manifestato contro le misure anti-Uber adottate dal governo

La marcia silenziosa degli uberizzati di Francia, "sacrificati sull'altare della pace sociale"

Mauro Zanon
A Parigi migliaia di conducenti sono scesi in strada per rispondere alle proteste dei tassisti dei giorni scorsi. E' guerra aperta alle leggi stringenti di Valls

Parigi. A una settimana dalla mobilitazione dei tassisti francesi contro l’ingresso dei disruptor come Uber, è arrivata la risposta dei conducenti delle vetture a noleggio. “Chacun son tour”, si dice in Francia, e oggi, nella casella manifestazioni, è stato il turno di Uber e dei Vtc (i nostri Ncc, 'noleggio con conducente'), che questa mattina hanno bloccato il traffico nel centro di Parigi, con una marcia silenziosa partita da Montparnasse e conclusasi all’esplanade des Invalides, nel cuore del settimo arrondissement della capitale. A ventiquattro ore dalla presentazione del nuovo logo di Uber, che sostituisce la precedente 'U' bianca ("Siamo passati  dal lusso al lusso accessibile", hanno dichiarato i responsabili dell’app americana), erano in migliaia i dipendenti dei servizi  simili a Uber che dalle 11 in poi hanno manifestato contro il governo francese che, dicono, li ha “sacrificati sull’altare della pace sociale”.

 

L’esecutivo socialista, per placare la collera dei tassisti, ha annunciato la scorsa settimana una serie di misure volte a rafforzare i controlli sulle berline nere della compagnia californiana e degli altri servizi che offrono passaggi tramite app, e ha nominato un mediatore incaricato di trovare una soluzione alla crisi dei taxi entro i prossimi due mesi. Nel mirino del premier Valls e dei suoi compagni socialisti – non certo di Macron, il giovane ministro dell’Economia e gran tifoso della uberizzazione dell’economia francese – ci sono anzitutto le società che forniscono servizi di conducente a noleggio à la Uber possedendo però licenze per “vetture di turismo” (Loti). Per questo, il segretario di Stato per i Trasporti, Alain Vidalies, ha inviato lo scorso 29 gennaio una lettera di messa in mora a una ventina di queste piattaforme tra cui Uber, SnapCar, Chauffeur-Privé, per ricordare loro che le licenze Loti si applicano esclusivamente ai trasporti collettivi, con almeno dieci persone alla volta, e non ai trasporti privati.

 

[**Video_box_2**]Alla guida della contro-manifestazione di oggi c’è Joseph François, presidente dell’Alternative mobilité transport (Amt), associazione che raggruppa una decina di società Loti, per le quali lavorano circa mille dipendenti. Perché una “marcia silenziosa”? “Perché siamo in lutto”, ha dichiarato all’Afp François. “Stimiamo che siano circa diecimila le persone che lavorano in Francia nel trasporto delle persone e oggi stiamo per dirgli che non hanno più il diritto di utilizzare le piattaforme di cui si servono da tempo”, ha dichiarato polemico Pierre-Dimitri Gore-Coty, direttore generale di Uber per l’area Emea (Europa, Africa e Medio oriente). “Ci sono molti autisti che hanno famiglie e usano queste licenze di cui verranno privati all’improvviso”, ha aggiunto Bertrand Altmayer, co-fondatore della piattaforma Marcel.