Sì, si può non stare con Putin. Ecco perché

Daniele Raineri
A giudicare dalle prime operazioni militari, Putin in Siria sta sposando la strategia di lungo corso del presidente Bashar el Assad

A giudicare dalle prime operazioni militari, Putin in Siria sta sposando la strategia di lungo corso del presidente Bashar el Assad. Attaccare per primi i gruppi oppositori che non sono Stato islamico, perché tra loro c’è chi tardi o molto tardi potrebbe rimpiazzare il rais al governo. A fare la guerra agli estremisti di Baghdadi si penserà in seguito, anzi, ci si penserà assieme al resto del mondo: i governi correranno in nostro soccorso. Tanto, non avranno più scelta. Si tratta di una strategia politica più che militare, sta già funzionando e ha conseguenze negative per l’Italia. La prima è che aumenta il numero dei profughi, perché Mosca questa guerra la sta prendendo troppo larga: se attacchi tutti in tutta la Siria allora si dovranno considerare tempi più lunghi e un esodo massiccio di civili. Può andare bene per la Russia lontana perché i profughi non si dirigono là, non va bene per i governi europei e in questo caso le esternalità, come si dice, sono a carico nostro. Questo conflitto internazionale dovrebbe abbassare il numero dei civili in fuga, non alzarlo. La seconda conseguenza è che allearsi in Siria con Putin vuol dire andare al confronto diretto con paesi come la Turchia e l’Arabia Saudita e nella testa di ogni governante europeo c’è lo stesso pensiero: si può fare, ma chi me lo fa fare? Insomma, a guardare al nostro interesse nazionale converrebbe di più che questo duello a tre cominciasse da Raqqa, capitale molto a est dello Stato islamico. E invece finora il ministero della Difesa russo ha fatto vedere “video di bombardamenti su Raqqa” che poi si sono rivelati delle patacche, erano bombe che cadevano altrove, non sullo Stato islamico. A dare retta ai video, non c’è ancora mai stato un attacco diretto dei russi contro lo Stato islamico. Può finire così quando ti allei con gli Assad, le Wanna Marchi del medio oriente, che negli anni hanno saputo vendersi come protettori di Hamas, degli hezbollah sciiti, dei qaidisti sunniti e dei comunisti curdi del Pkk. Oggi si riciclano come protettori dei cristiani, tra gli applausi dei distratti.

 

L’Amministrazione Obama ha sbagliato strategia per risolvere la crisi in Siria, è stata una catastrofe. Putin e Assad non saranno i risolutori di questa crisi, a loro interessa essere gestori di crisi: che, come insegnano gli investitori più spregiudicati, “non vanno mai sprecate”.

Di più su questi argomenti:
  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)