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Perché l'America è orgogliosa della Nsa, spiegato da Reagan

Redazione
Pochi riconoscimenti, tanti sacrifici, molto silenzio. La vita delle spie è dura, ma non c’è sicurezza senza i guardiani dei valori degli Stati Uniti. Le parole che risuonano più attuali: “Non permetteremo ai nostri avversari di abusare della grande libertà del nostro paese a nostro detrimento”

Pubblichiamo il discorso che l’allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, pronunciò il 26 settembre del 1986, inaugurando la nuova sede della National Security Agency a Fort Meade, in Maryland.


 

 

Sono felice di essere qui oggi, e tra l’altro ho detto al generale Odom (direttore dell’Nsa, ndr) e a Bill Casey (direttore della Cia, ndr) che per oggi era previsto un caldo irragionevole, ma mi hanno detto di mettermi l’impermeabile lo stesso. E poi quando ho chiesto come arrivare a questo nuovo palazzo, tutto quel che mi hanno saputo dire è stato: “Mr President, lasci la Casa Bianca, vada alla diciassettessima e K, e lì aspetti che il telefono squilli”. Mi sono anche offerto di portare dei gemelli della Casa Bianca come souvenir per tutti voi, ma mi hanno detto che preferite quelli dell’Nsa, potete sintonizzarli sulle partite dei Redskins. Però non sono venuto qui oggi per raccontarvi un po’ di  barzellette sui vasi di piante che origliano. Ho anche appreso elementi di intelligence molto accurata: sappiamo che da oggi gli agenti del Kgb si muoveranno in gruppi da tre. Uno prende appunti e manda i report, gli altri due controllano l’intellettuale.

 

Ma se devo essere serio, ho qualche altra storia per voi oggi. Nella primavera del 1942, appena dopo l’attacco di Pearl Harbor, i giapponesi stavano pianificando un’operazione navale che voleva spezzare il potere americano nel Pacifico e aprire le Hawaii e la costa occidentale a nuovi attacchi. Per farlo, i giapponesi misero insieme la più potente armata della storia. Contro i loro incrociatori, le loro navi da guerra e le loro portaerei, gli Stati Uniti riuscirono a schierare soltanto tre portaerei, di cui una che si era molto danneggiata durante la battaglia nel Mar dei coralli. Cosciente del fatto che i giapponesi si stavano preparando a una battaglia decisiva, il comandante delle forze del Pacifico, Chester Nimitz, sapeva che le probabilità di vittoria erano poche e capì che l’unica possibilità di riuscita era nelle capacitià e nell’audacia dei suoi marinai – e nei suoi servizi d’intelligence più efficaci.

 

Pure se sapevano che i giapponesi si stavano preparando all’attacco, gli americani non avevano la risposta alla domanda più importante: quando. Un giovane funzionario della Marina che aveva, con un piccolo gruppo di crittografi, monitorato le comunicazioni dei giapponesi, decifrò con successo i loro codici. Dalle intercettazioni, il comandante Joseph Rochefort seppe che l’obiettivo degli attacchi era chiamato dai giapponesi “AF”. E dentro di sé era certo che quell’AF era un atollo non lontano dalle Hawaii, che era chiamato Midway.

 

Come sempre, ci furono quelli che non lo presero sul serio, che derisero l’idea che l’intelligence basata su dati radio ed elettronici fosse accurata e affidabile. Fortunatamente, per l’America e per la libertà, l’ammiraglio Nimitz non ebbe di questi dubbi. Autorizzò un messaggio inviato da Midway, un messaggio che era sicuro che i giapponesi avrebbero decifrato e che avrebbero inviato ai loro servizi di intelligence. Il messaggio che parlava di problemi di acqua a Midway fu inviato e il comandante Joseph Rochefort con i suoi crittografi ascoltarono le comunicazioni dell’intelligence giapponese che riferiva ai centri di comando navale di Tokyo che AF aveva riportato una carenza d’acqua. Il comandante Rochefort ebbe così la conferma di quanto pensava: Midway era l’obiettivo.

 

Il resto, come si dice, è storia. E quel che la storia è stata ed è. Grazie a quell’intelligence decisiva, Nimitz posizionò le sue portaerei a proteggere il fronte giapponese e, con qualche strike devastante, non soltanto  garantì la superiorità militare degli Stati Uniti ma rese Midway una delle battaglie più drammatiche e decisive della storia delle battaglie navali. E anche se pochi americani conoscono la storia del comandante Rochefort e dei suoi colleghi, siamo tutti quanti debitori. E’ difficile pensare a un altro gruppo che abbia dato un contributo tanto grande alla vittoria nella Seconda guerra mondiale.

 

Voi qui alla National Security Agency siete, come loro, parte di una tradizione fiera, una tradizione che è di fatto più vecchia della nostra nazione, una tradizione che ha i suoi inizi con George Washington e la Rivoluzione americana. E voi pure fate la storia senza far rumore, in silenzio, consapevoli del fatto che i vostri momenti più importanti, le vostre vittorie più grandi, saranno resi pubblici soltanto tra moltissimi anni. Questo però non vi ferma. Avete scelto questo lavoro perché sapete che, in un mondo in cui le minacce e i pericoli alla libertà e alla sicurezza del nostro paese sono grandi e gravi, voi fornite una linea vitale di difesa. Sapete che, sin dalla Seconda guerra mondiale, un’intelligence accurata e aggiornata ha salvato vite, ha impedito guerre e ha tenuto viva la causa della libertà. Voi anche sapete che la perdita delle nostre informazioni sensibili può svilire le fondamenta stesse della nostra società libera. E lavorate per ottenere questi risultati fornendo intelligence cruciale, e salvaguardando la sicurezza delle nostre comunicazioni e dei nostri network.

 

Oggi il vostro lavoro continua non soltanto a prevenire conflitti ma anche a combattere il terrorismo, a proteggere la nostra sicurezza dalle minacce delle intelligence ostili, a sorvegliare i nostri soldati delle Forze armate in giro per il mondo e più in generale a proteggere quei valori che noi, i nostri amici e i nostri alleati abbiamo più a cuore. Senza il prodotto dei vostri sforzi scrupolosi e continui, noi saremmo, in un mondo pericoloso, ciechi e sordi. Senza le vostre lunghe ore di lavoro altruista, spesso in angoli lontani e dimenticati del mondo, non potremmo né proteggere l’America né portare avanti la causa della libertà. Senza la vostra capacità di proteggere le nostre comunicazioni vitali, le informazioni e la tecnologia, i nostri avversari ci ruberebbero i segreti di cui abbiamo bisogno per essere forti e al sicuro.

 

La verità è semplice: senza di voi, io non potrei fare il mio lavoro; né il segretario di stato George Shultz potrebbe fare il suo lavoro di diplomazia; né il segretario alla Difesa Caspar Weinberger o l’ammiraglio William Crowe (capo di stato maggiore, ndr) potrebbero chiamare a raccolta le forze che ci difendono. E così, mentre voi prestate servizio in silenzio, mentre il vostro successo arriva senza riconoscimenti, spesso nemmeno da parte delle vostre famiglie, mentre non potete condividere con loro o con gli altri americani l’orgoglio che provate nel proteggere e salvaguardare il nostro futuro, lasciate che io possa oggi, qui, parlare per tutti loro: siamo riconoscenti per quel che fate, per i sacrifici, per il vostro impegno verso la nostra nazione, e per i limiti alla libertà personale che accettate per far sì che gli altri cittadini possano vivere le loro vite in pace e libertà.

 

Comprendiamo il vostro onere e vi rendiamo onore. Sostenete il sascrificio della libertà e anche voi siete degli eroi. L’America è fiera di voi, e vi ringraziamo.

 

Naturalmente non potreste fare il vostro lavoro senza il sostegno del dipartimento della Difesa, del direttore della Cia, della Casa Bianca e del Congresso. E oggi celebriamo un esempio di questo sostegno – un nuovo building, il più moderno di questo genere nel mondo. Voglio ringraziarvi tutti, ministro Weinberger, Bill Casey, Bill Odom, e i membri delle commissioni Intelligence del Congresso che hanno cooperato così efficacemente da rendere questo complesso possibile. Quando abbiamo preso servizio cinque anni e mezzo fa, avevamo promesso che avremmo reso l’America di nuovo forte. E oggi vediamo un monumento a questa riaffermazione della forza e della sicurezza dell’America.

 

Oggi però sappiamo che la minaccia a questa sicurezza sta crescendo. Nei processi per spionaggio di questi anni, avete potuto intravedere i danni terribili che fa lo spionaggio. La minaccia dell’intelligence contro il nostro paese è molto concreta. I nostri avversari stanno utilizzando tutti gli strumenti che associamo alle spie, incluso lo spionaggio elettronico contro le comunicazioni sensibili e i data base. I nostri segreti di difesa più strategici e la nostra tecnologia più avanzata sono stati rubati e girati ai nostri avversari per motivazioni sbagliate o per ragioni di denaro. Queste perdite eliminano il vantaggio tecnologico su cui si fonda la nostra difesa. E tentativi di infiltrare agenti dentro ai ministeri e alle agenzie sono ancora in corso.

 

Ma coloro che nel mondo vogliono rubare i nostri segreti e la nostra tecnologia per sovvertire i nostri valori e le nostre istituzioni, e per violare la privacy delle nostre comunicazioni, devono capire una cosa: il popolo americano non tollererà più questo comportamento. Abbiamo già preso misure per dimostrare che non permetteremo ai nostri avversari di abusare della grande libertà del nostro paese a nostro detrimento. Il recente turbinio di condanne per spionaggio esprime il rifiuto a tollerare il tradimento della fiducia speciale riservata a chi conserva i segreti della nazione. Da ultimo gli sforzi dell’Nsa hanno aiutato il settore privato a rendere profittevole la fornitura di telecomunicazioni di sistemi di informazione sicuri allo stato e alle industrie. Ma in materia di spionaggio, fatemelo ripetere, sradicheremo le spie e le puniremo severamente. E, credetemi, abbiamo il sostegno bipartisan del Congresso e quello schiacciante del popolo americano. E fatemi aggiungere che non tollereremo l’imprigionamento di cittadini americani innocenti in rappresaglia.

 

Quindi su di voi ricade anche il compito di essere straordinariamente vigili contro le minacce di servizi di spionaggio ostili come di altre rivelazioni non autorizzate delle informazioni che tenete al sicuro. Onore professionale, queste sono il vostro  codice. Proteggete i segreti e teneteli al sicuro per i vostri cittadini, e non ci sarà nessuna scusa per rompere questa fiducia. Ricordiamoci che chi svela informazioni classificate mette in pericolo le nostre vite, la nostra libertà e la nostra way of life.
Voi siete così i guardiani della libertà. Non lasciate che alcunché vi muova da questo compito nobile, non importa quanto grande sia il sacrificio e quanto piccolo il riconoscimento. Sappiate che il popolo americano vi sostiene e dorme più tranquillo grazie alla vostra devozione al paese. Come dicono le parole in questo nuovo building “in riconoscente tributo agli uomini e alle donne dell’Nsa che hanno dedicato la vita al servizio della nazione”. 

 

Grazie, e che Dio vi benedica.

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