La guerra (dimenticata) contro i talebani
L’attacco di giovedì all’hotel Park Palace di Kabul, Afghanistan, in cui un uomo armato di kalashnikov è entrato e ha ucciso quattordici persone, tra cui quattro indiani, un italiano e un americano, è stato rivendicato dai talebani, ed è solo l’ultimo episodio di una campagna di violenza (ciclica, avviene sempre in primavera) letale come non si vedeva da anni. Il Park Palace è molto frequentato da stranieri e diplomatici. L’uomo è entrato e ha aperto il fuoco, poi si è asserragliato nell’edificio e ha iniziato un lungo assedio con le forze di sicurezza afghane, che solo dopo molte ore hanno messo in sicurezza l’edificio e ucciso il terrorista. Il suo obiettivo, nei giorni della visita a Kabul del premier pachistano Nawaz Sharif, era una guesthouse che ospitava una delegazione indiana. La campagna di primavera dei talebani in Afghanistan ha fatto quasi tremila morti civili quest’anno, molti di più dell’anno scorso, gli attacchi sono quasi quotidiani, e le trattative di pace del governo, ricominciate a febbraio, non stanno avendo successo.
In questi giorni la Nato ha annunciato che la missione Risolute Support, che prevede quasi 13 mila soldati internazionali nel paese, di cui oltre la metà americani, con missioni di sostegno alle forze di sicurezza afghane, continuerà oltre la sua scadenza del 2016, ma mentre gli attacchi aumentano, e le perdite nella polizia afghana sono aumentate del 100 per cento nell’ultimo anno, i soldati della missione internazionale diminuiranno quest’anno e ancora l’anno prossimo, senza che ci siano certezze sul fatto che Kabul sia in grado di mantenere in sicurezza il paese. Non è sufficiente, e i talebani stanno recuperando terreno in una guerra al terrore che l’occidente ha cercato di dimenticare troppo in fretta.
l'editoriale dell'elefantino