Celebrazioni per l'annessione della Crimea alla Russia lo scorso mese (foto LaPresse)

Dottrina moscovita

David Carretta
Putin prepara il discorso sulla sua politica estera, e nell’Ucraina dell’est si combatte di nuovo

Bruxelles. L’annuncio della fornitura dei sistemi missilistici S-300 all’Iran potrebbe essere solo un antipasto della nuova dottrina che Vladimir Putin è pronto a servire al resto del mondo. Qualche giorno prima del 9 maggio, settantesimo anniversario della vittoria contro il nazismo, il presidente russo farà un discorso per tratteggiare le linee della sua futura politica estera. Le agenzie di comunicazione del Cremlino sono in pre-allerta, i contenuti sono ancora riservati, ma alcuni insider scommettono su un bis di Monaco 2007, quando alla Conferenza sulla sicurezza Putin denunciò il “mondo unipolare” guidato dagli Stati Uniti. Se il discorso di Monaco segnò il rilancio dell’attivismo politico-militare di Mosca nella sfera di influenza sovietica (dalla guerra in Georgia del 2008 all’annessione della Crimea del 2014), quello del prossimo maggio potrebbe essere accompagnato da una nuova offensiva in Ucraina.

 

Domenica gli osservatori dell’Osce hanno registrato 1.166 esplosioni di artiglieria e mortaio a nord di Donetsk. I combattimenti sono ripresi anche più a sud, nelle vicinanze di Mariupol’, strategica per creare un corridoio terrestre tra la Russia e la Crimea. L’incontro di lunedì tra i ministri degli Esteri di Russia, Ucraina, Francia e Germania è stato “conflittuale”, ha ammesso il tedesco Frank-Walter Steinemeier. Gli europei s’aggrappano agli accordi di Minsk 2, mentre l’ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, invece non ha dubbi: “La Russia continua a fornire sostegno ai separatisti”, ha “elementi di comando e controllo nell’est dell’Ucraina per coordinare le operazioni militari”, ha “istituito aree di addestramento” e “mantiene sistemi missilistici terra-area avanzati vicino al fronte in violazione di Minsk”.