Il presidente americano Barack Obama (foto LaPresse)

Il "brutto accordo" sul nucleare e le tardive rassicurazioni di Obama a Israele

Redazione
Il presidente americano parla al New York Times e definisce l'intesa con Teheran "un'opportunità unica". Netanyahu replica: "Non distruggeranno nemmeno una centrifuga".

"Un'opportunità unica" per contenere la diffusione dell'arma nucleare in una regione pericolosa e "la miglior soluzione finora per evitare che l'Iran si doti della bomba atomica". Parlando al New York Times, il presidente degli Stati Uniti ha difeso con queste parole l'intesa raggiunta in Svizzera con Teheran e che prevede la riduzione delle centrali nucleari iraniane sotto il controllo degli ispettori internazionali. Un messaggio diretto anche a Israele che ha contestato l'accordo non efficace, secondo il primo ministro Benjamin Netanyahu. "Non è stata distrutta nemmeno una centrifuga, né è stata spenta una sola centrale nucleare, comprese le strutture sotterranee costruite in modo illecito", ha risposto Netanyahu. "Migliaia di centrifughe continueranno a funzionare e ad arricchire l'uranio. E' un accordo molto cattivo", ha commentato laconicamente il premier israeliano.

 

Nell'intervista rilasciata al quotidiano americano, Obama ha reso pubblici nuovi dettagli sull'accordo sottoscritto a Losanna, ma la sua versione degli impegni presi differisce da quella iraniana, per esempio sulle modalità con cui gli ispettori internazionali potranno avere accesso alle strutture nucleari sotterranee e sul futuro delle sanzioni economiche. Contraddizioni che lasciano presumere che il vero cuore dei negoziati sarà oggetto di discussioni future, da qui al 30 giugno.

 

[**Video_box_2**]Nonostante l'etichetta che l'Amministrazione statunitense ha voluto dare all'intesa con l'Iran ("accordo storico", l'ha definito la Casa Bianca), la pressione dei repubblicani ha sollevato dubbi. In teoria, anche se l'intesa raggiunta rende più complicato per l'Iran costruire una bomba atomica in tempi rapidi, il programma di arricchimento dell'uranio resta operativo, almeno in parte. E lascia scettici praticamente tutti: l'opposizione americana, Israele e gli alleati arabi nel Golfo, anch'essi preoccupati da un vicino armato con l'atomica a due passi dai propri confini.