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editoriali

Le accuse del quotidiano Haaretz all'Idf e la guerra interna a Israele

Redazione

L’articolo, le risposte dell’esercito e la chiarezza contro chi vuole strumentalizzare

Il giornale israeliano Haaretz ha pubblicato un articolo dal titolo: “Ai soldati dell’Idf è stato ordinato di sparare deliberatamente contro i  cittadini di Gaza disarmati in attesa di aiuti umanitari”. L’articolo raccoglie voci di soldati anonimi  che raccontano di aver colpito i  civili anche in assenza di una minaccia, nei pressi dei punti di distribuzione del cibo. L’esercito ha smentito: “L’Idf non ha ordinato di sparare deliberatamente sui civili …Per essere chiari, le direttive dell’Idf proibiscono attacchi deliberati contro i civili”.

Anche il governo ha risposto all’articolo di Haaretz: “Lo stato di Israele respinge categoricamente le spregevoli accuse di violenza pubblicate sul quotidiano Haaretz”. Haaretz è un quotidiano serio, molto contrario al governo  e per questo è stato di frequente strumentalizzato. Da quando nella Striscia la Gaza Humanitarian foundation (Ghf) ha iniziato a distribuire aiuti umanitari, vicino ai suoi punti di distribuzione ci sono state molte sparatorie e morti: Hamas non vuole che l’organizzazione sostenuta da Israele e Stati Uniti operi e, come hanno raccontato anche gli abitanti di Gaza, i terroristi mettono in pericolo la sua attività, creando situazioni pericolose e mortali. Anche le organizzazioni internazionali hanno cercato di osteggiare la Ghf. L’esercito israeliano ha già detto che farà delle indagini, ma l’articolo di Haaretz apre un problema molto grande esterno e interno a Israele che coinvolge il rapporto tra stampa, esercito e governo.

Se, come dice il governo, Haaretz ha usato in modo strumentale le dichiarazioni di alcuni soldati anonimi, allora c’è un problema di pregiudizio da parte del giornale. Se invece Haaretz ha ragione, l’esercito deve mostrare di essere pronto ad allontanare i comandanti che hanno impartito ordini non conformi con le sue direttive e contrarie al codice. Per un paese in guerra contro nemici di ogni tipo – terroristi, paesi pronti a dotarsi della Bomba per polverizzarlo, odiatori in giro per il mondo – questo conflitto interno non è ammesso. La chiarezza è d’obbligo e Israele ne è all’altezza.

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