
ANSA
editoriali
Il disimpegno americano è già qui
Diverse armi fondamentali ricollocate in medio oriente. Ucraina e alleati spiazzati
Da poco meno di un mese la Difesa americana sta cambiando forma e spostando silenziosamente i suoi asset strategici. La tempistica è interessante, perché coincide con la fine del viaggio del presidente americano Trump nei paesi del Golfo. Qualche giorno fa diversi media americani hanno rivelato che una tecnologia di protezione aerea fondamentale per l’Ucraina – le spolette di prossimità dell’Advanced Precision Kill Weapon System, che fanno detonare gli esplosivi quando il razzo si avvicina a un drone – non sarà più a disposizione delle Forze armate di Kyiv, ma verrà riassegnata all’aviazione americana di stanza in medio oriente, anche se l’intero sistema era stato acquistato due anni fa per l’Ucraina.
L’altro ieri il presidente ucraino Zelensky ha confermato che l’Amministrazione Trump ha dirottato non solo le spolette, ma anche 20.000 missili anti drone originariamente destinati all’Ucraina verso le Forze armate americane in medio oriente. Il segretario alla Difesa di Trump, Pete Hegseth, ha fatto sapere in una nota al Congresso che quello della ricollocazione è un “problema urgente”. La scorsa settimana, per la prima volta dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, il segretario alla Difesa americano non ha partecipato alla riunione dell’Ukraine Defense Contact Group: l’ennesimo segnale di disimpegno dalla difesa dell’Ucraina, dopo i diversi rinvii e sospensioni delle forniture di armamenti. Ma il ridimensionamento sembra perfino più ampio, e riguarda una strategia che non è stata esplicitata dall’Amministrazione americana. Perché la scorsa settimana circa duecento soldati americani in Corea del sud sono stati “temporaneamente” riassegnati in medio oriente, insieme ad almeno due batterie di difesa missilistica Patriot e di un sistema di difesa missilistica Thaad, entrambi fondamentali per fare deterrenza contro eventuali attacchi dalla Corea del nord. Quello che si aspetta o vuole fare Trump in medio oriente non è chiaro, ma gli alleati dell’America sono già di fronte a segnali neanche troppo vaghi di un disimpegno già in atto.