Editoriali
Il giusto 7 ottobre di Beppe Sala
Dopo un anno di contrasti fra la maggioranza di sinistra che lo sostiene e la Comunità ebraica, le parole del sindaco di Milano alla sinagoga tracciano i confini in cui la legittima critica deve rimanere, distaccandosi da ogni tipo di ambiguità
“Il 7 ottobre è stato il più grande pogrom dalla Shoah, e solo pensare che un evento possa essere accostato alla Shoah è terribile. Il 7 ottobre ci rammenta l’inutilità dei ‘mai più’. Non deve esserci alcuna ambiguità o distinguo, l’antisemitismo, soprattutto se mascherato da antisionismo spesso di maniera, non può avere spazio nella nostra comunità e città”. Un anno fa il sindaco Beppe Sala alla cerimonia nella sinagoga centrale di Milano per le vittime della strage di Hamas non c’era, causa un impegno internazionale. Ma nei mesi successivi le freddezze e le polemiche tra la Comunità ebraica, Sala e la maggioranza che lo sostiene erano state forti, un crescendo sconcertante per la città che ha uno dei suoi luoghi simbolici nel Memoriale della Shoah. In primo luogo per le ambiguità e le spaccature della sinistra sulla proposta di una mozione del Consiglio comunale per il rilascio degli ostaggi; poi a giugno il voto per il riconoscimento dello stato palestinese, e i troppi episodi di antisemitismo fino alla rinuncia a partecipare al Gay Pride.
Equilibri difficili per il primo cittadino. Stavolta Sala ha usato parole efficaci e inequivocabili: “La mia presenza vuole testimoniare e ribadire la solidarietà alla comunità ebraica e al popolo israeliano. Tutta la comunità milanese si unisce nel chiedere l’immediato rilascio degli ostaggi”. Ha definito Liliana Segre “la guida più importante che ha Milano in questo momento”, con ciò denunciando ogni tolleranza dell’antisemitismo. “Essere sindaco di tutti è molto faticoso, ma è il mio compito”. Ha ricevuto calorosi consensi, nel segno di una ricucitura tra la città e il mondo ebraico che non poteva attendere. Parlando da primo cittadino e non da esponente politico ha dimostrato che non esiste e né può esistere alcuna posizione politica avversa alla piena solidarietà con Israele. E ha ribadito i confini in cui anche la legittima critica deve rimanere. Prendendo le distanze dai facinorosi dentro e fuori il Consiglio, martedì sera alla sinagoga della Guastalla Beppe Sala si è messo alla guida di tutta la città.
Editoriali