editoriale

Blackstone segna un punto con Cairo

Redazione

La Corte di Milano ha bocciato il ricorso di Rcs sull'operazione di compravendita del palazzo di Via Solferino, ma sarà la Suprema corte di New York a decidere sulla maxi richiesta di risarcimento danni (600 milioni di euro) avanzata dal fondo americano

Ci vorrà ancora tempo per sapere se e in che misura la lite tra Cairo-Rcs e Blackstone per il palazzo di via Solferino avrà un impatto sui conti della casa editrice del Corriere della Sera. La Corte d’appello di Milano ha, infatti, messo un punto fermo, sancendo una volta per tutte la correttezza con cui si è svolta l’operazione di compravendita nel 2013, ma sarà la Suprema corte di New York a decidere sulla maxi richiesta di risarcimento danni (600 milioni di euro) avanzata dal fondo americano nei confronti di Rcs e di Urbano Cairo, una volta, però, che la stessa Corte avrà stabilito se è competente o meno a farlo (l’udienza è prevista per il 25 luglio).

 

Se tutto va bene, se ne riparlerà a fine anno se non a inizio 2023. Quindi, per il gruppo editoriale non sembrano esserci, per adesso, particolari motivi di allarme. E, però, il punto fermo di cui si parlava prima non è banale perché la Corte di Milano ha bocciato il ricorso di Rcs contro l’esito del lodo arbitrale, che era stato in buona parte favorevole a Blackstone, condannando l’azienda a pagare 260 mila euro di spese legali. In pratica, per i giudici milanesi è risultata infondata la tesi, sostenuta da Cairo e da un esercito di avvocati, per cui il fondo americano avrebbe approfittato delle condizioni di crisi in cui si trovava la casa editrice nove anni fa e sancito che quella di vendere la sede del Corriere non era una scelta obbligata ma un’opzione (dunque, non c’è stata usura anche considerando la sproporzione tra il prezzo di vendita dell’immobile e il valore stabilito da successive perizie).

 

D’altra parte, la Corte d’appello ha negato la lite temeraria perché, pur ammettendo che si è trattato di un’azione giudiziaria particolarmente aggressiva da parte di Cairo, non ha ravvisato gli estremi di dolo o colpa grave. In conclusione, il fondo americano ha vinto mezza partita e, soprattutto, ha fatto salva la sua reputazione di operatore immobiliare con 8 miliardi di investimenti in Italia, mentre l’impegno di Cairo-Rcs si deve spostare ora sul fronte americano. Il che, in teoria, non esclude la possibilità di una transazione.

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