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La ripresa dell'impresa: l'economia riparte grazie a tecnologia, tlc e infrastrutture

Redazione

L’industria corre, in settori vecchi e nuovi: colmerà il gap pre Covid nel 2022. Ma alcuni settori si troveranno in difficoltà anche l’anno prossimo: su tutti le agenzie di viaggio e i tour operator

L’impresa italiana recupererà nel 2022 i livelli pre Covid. Ma a trainare la chiusura del gap non saranno né le materie prime farmaceutiche (insomma i vaccini), né il commercio online (insomma Amazon e dintorni). Cioè i bersagli dei No vax e dei teorici della “concorrenza sleale”, per dirne uno Matteo Salvini.

 

Al contrario la ripresa è trainata dalla tecnologia, digitale e verde; dall’industria ferroviaria; dalla cantieristica, e poi elettrodomestici, telecomunicazioni, infrastrutture. Settori “core” o tradizionali da un lato e lepriorità europee nel Pnrr e nel Next Generation Eu, green e digitale, dall’altro. E’ quanto emerge dall’ultimo report di Cerved, il maggiore gruppo italiano di analisi industriali. Il crollo dei ricavi negli anni di piena pandemia è stato di 230 miliardi. Ma finora è stata rapida anche la ripresa: 170 miliardi. Il gap, secondo le proiezioni basate sugli ordinativi, e senza nuovi catastrofi e lockdown generali, verrà colmato nel 2022: quando il valore dei comparti industriali dovrebbe raggiungere i 2.400 miliardi, tre punti oltre il 2019. Tra i dieci con le migliori performance spiccano gli impianti fotovoltaici e le fonti energetiche rinnovabili, che supereranno dell’85,6 per cento il livello del 2019. Tuttavia il punto di partenza non è elevatissimo in cifra assoluta: 0,9 miliardi nel 2019. Molto più l’industria ferroviaria e la cantieristica (nel 2019 il valore era di 4,5 e 11,7 miliardi), che saliranno del 40,1 e del 39,5 per cento. Lo smartworking ha beneficiato delle tecnologie per telecomunicazioni: il progresso sarà del 31,3 per cento rispetto ai 5,3 miliardi del 2019. L’industria farmaceutica partiva da 4,8 miliardi e aumenterà del 23,7 per cento; il commercio online partiva da 4,6 e aumenta del 23 per cento. E’ interessante notare che qui c’è stata un’impennata nel 2020, un calo nel 2021 ed è prevista una ripresa a una sola cifra nel 2022.

 

All’estremo opposto i settori che non colmeranno il gap neppure l’anno prossimo: su tutti le agenzie di viaggio e i tour operator, e 2,3 miliardi ancora da recuperare.

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