Editoriali
Sorpresa, Pop Sondrio meglio di tutti
Dallo stress test europeo sulle banche anche indicazioni di risiko virtuoso
A una lettura più estesa degli stress test emerge che le grandi banche italiane, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mediobanca se la sono cavata bene ma non egregiamente, perché in caso di scenario avverso il loro Cet1 (l’indice che misura la solidità patrimoniale) si assesterebbe, anche se di poco, sotto la media europea che è risultata essere del 10 per cento. A sorpresa, hanno superato meglio l’esame la Banca Popolare di Sondrio (Cet1 a 10,1 per cento) e ancora di più il Credem (tra 11 e 14). Se si esclude, però, il Credito emiliano, che vede come azionista di riferimento la famiglia Maramotti, proprietaria del brand Max Mara, e sta seguendo un percorso di crescita autonomo, la Pop Sondrio è l’istituto italiano che ha ottenuto il punteggio più alto, almeno tra le banche potenzialmente coinvolte nel risiko del credito. Un risultato che rende Sondrio una preda ancora più ambita e sembra dar ragione a Unipol, che nella banca valtellinese è salita al 9 per cento con l’idea di creare con Bper un nuovo polo nel centro-nord.
Al momento, questa è la prospettiva di aggregazione che ha la maggior connotazione di mercato in uno scenario di risiko pesantemente condizionato dal salvataggio di Mps. Un’eventuale unione Bper-Sondrio, infatti, trarrebbe vantaggio da sinergie industriali e non dagli incentivi fiscali (Dta) messi a disposizione del governo. Restano, però, due incognite. La prima è che ad oggi non ci sono segnali della trasformazione in spa di Pop Sondrio, nonostante l’ultima pronuncia del Consiglio di stato l’abbia resa non più rinviabile. La seconda riguarda Banco Bpm. Per avere le dimensioni di un competitor di Intesa e Unicredit, il nuovo polo del nord dovrebbe coinvolgere almeno la banca milanese, il cui ad, Giuseppe Castagna, però, appare in bilico fra la tentazione di ricucire i rapporti con Carlo Cimbri, ad di Unipol, e quella di attirare su di sé l’attenzione di Unicredit per soddisfare le attese del gruppo di azionisti che spera in un’Opa e nella relativa plusvalenza. Un’ambiguità che potrebbe costare un rischioso isolamento.