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a taranto
Trattativa in esclusiva con Flacks Group per acquisire l'ex Ilva: "Pronti a investire 5 miliardi"
"Garantiremo un futuro duraturo a questo storico impianto siderurgico", dice il fondo americano. Gli investimenti serviranno a "modernizzare le attività, inclusi l'elettrificazione e l'ammodernamento dei forni, promuovendo la decarbonizzazione, l'efficienza e la crescita sostenibile"
"Flacks Group ha raggiunto un accordo con il governo italiano per l'acquisizione di Ilva, il più grande impianto siderurgico integrato d'Europa". È quanto indica il fondo statunitense sul proprio profilo Linkedin. "Questa acquisizione garantisce il futuro a lungo termine di una piattaforma industriale storica, supporta circa 8.500 lavoratori qualificati e rafforza le catene di fornitura europee critiche per i settori automobilistico, edile e delle infrastrutture. Ci impegniamo fino a 5 miliardi di euro per modernizzare le attività, inclusi l'elettrificazione e l'ammodernamento dei forni, promuovendo la decarbonizzazione, l'efficienza e la crescita sostenibile", continua la nota, in cui si spiega che "il governo italiano rimarrà un partner strategico con una quota del 40 per cento, mentre Flacks Group detiene un'opzione per acquisire il 40 per cento in futuro, a dimostrazione della nostra attenzione alla partnership industriale a lungo termine”. L’offerta di Flacks Group – di proprietà dell'imprenditore Michael Flacks, che ha fatto fortuna accaparrandosi aziende in difficoltà – per gli asset dell’ex-Ilva ammonta a un euro: il fondo promette però di investire nel raddoppio della produzione a quattro milioni di tonnellate all’anno e di dare lavoro a 8.500 persone. Flacks, che ha aggiunto di aver ottenuto il sostegno finanziario di un pool di istituti di credito italiani e statunitensi, si sarebbe inoltre impegnato a riacquistare nel giro di qualche anno la quota statale pagandola tra 500 milioni e un miliardo. Come scriveva a inizio dicembre Bloomberg, però, "l'ottimismo dell'investitore 58enne contrasta con le valutazioni ufficiali dell'impianto, che negli ultimi anni ha prosciugato i contribuenti di oltre due miliardi di euro in prestiti, sussidi e iniezioni di liquidità di emergenza".
La questione, ovviamente, non è ancora finita. Sono previsti infatti altri passaggi, come l'assenso dell'Antitrust europeo e l'attivazione del golden power se il governo dovesse ritenere che l'ex Ilva, per la strategicità della produzione dell'acciaio, meriti anche questa misura. A complicare ulteriormente il percorso c'è anche il fatto che la Procura di Taranto ha detto per la seconda volta no (la prima fu ad agosto) alla richiesta di dissequestro dell'altoforno 1 avanzata da Acciaierie d'Italia. Si tratta dell'impianto che a maggio subì un incendio a una delle tubiere che poi fece scattare il sequestro senza facoltà d'uso. La procura ha negato il dissequestro perchè ritiene che vadano fatti altri accertamenti, altri esami, ma Acciaierie è già pronta a impugnare al gip. Nel frattempo, Michael Flacks nel post su Linkedin afferma che "questa transazione mette al primo posto le persone. Il nostro obiettivo è investire a lungo termine, modernizzare in modo responsabile e garantire un futuro duraturo a questo storico impianto siderurgico".
Quella del fondo statunitense è stata reputata la migliore offerta per gli asset dell'ex Ilva. Secondo fonti vicine al dossier, i Commissari di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria, una volta conclusa l'analisi delle proposte per l'acquisto degli stabilimenti, avrebbero infatti ottenuto dai rispettivi comitati di sorveglianza il via libera a proseguire il negoziato in via esclusiva. Fondata nel 1983, l'esperienza di Flacks Group è focalizzata sull’acquisizione e sul risanamento di società di medie e grandi dimensioni in situazioni critiche. Come scrivevamo qui, il suo fondatore, Michael Flacks, punta su aziende “non amate e indesiderate”, e l’acciaieria di Taranto sembra rientrare perfettamente in questa definizione. Nel suo portafogli da 4 miliardi di dollari si trovano aziende specializzate nell’estrazione mineraria, produttrici di pompe per il settore Oil & Gas, oltre a immobili per un valore di oltre 3 miliardi di dollari a livello globale, inclusi progetti di sviluppo.
La trattativa in esclusiva con Flacks Group per la vendita dell'ex Ilva tra i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia e di Ilva è partita di fatto oggi, andrà avanti nei prossimi giorni e ancora non si è arrivati a una assegnazione del gruppo siderurgico a un nuovo compratore. Nel frattempo, i sindacati sono all'erta: "Non lasceremo il destino di 20mila lavoratori nelle mani di un fondo di investimento. È fondamentale un ruolo centrale dello stato nella futura società, con poteri effettivi e vincolanti per garantire la decarbonizzazione, il risanamento ambientale e la piena tutela occupazionale dei lavoratori diretti", ha dichiarato Rocco Palombella, segretario generale Uilm. A preoccupare il sindacato ci sono diversi fattori. "In primo luogo si tratta, di fatto, dell'unica proposta presentata per l'acquisto dell'intero gruppo ex Ilva. Inoltre si tratta di un fondo di investimento, senza alcuna solidità industriale e che, per di più, non si è mai occupato di acciaio". Prima dell'avvio della trattativa in esclusiva con Flacks, "chiediamo ai commissari e al Governo un urgente incontro a Palazzo Chigi alla presenza del Presidente Meloni, per conoscere tutti gli aspetti occupazionali, ambientali e industriali dell'offerta presentata e le motivazioni che hanno portato a questa decisione", ha concluso.