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il colloquio

Bombardieri (Uil): “Terrorismo contro di noi. E Landini non condanna”

Maria Carla Sicilia

Cinque sindacalisti Uilm rincorsi e picchiati da persone con felpe Fiom all'ex Ilva di Cornigliano. Il segretario generale parla di “attacco squadristico” e chiede una condanna ufficiale dalla Cgil, mentre Landini respinge le accuse come “strumentalizzazione”. Com'è composto il fronte radicale dei metalmeccanici a Genova

Le accuse sono gravissime, quanto i fatti. Ieri mattina cinque delegati della Uilm di Genova sono stati rincorsi e aggrediti da alcune persone che secondo testimoni indossavano felpe della Fiom. Pugni sulla testa, calci sul petto e due sindacalisti ricoverati. “Un attacco squadristico”, secondo il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, che ha chiesto alla Cgil di Maurizio Landini di esprimere una condanna. “Se ci sono diversità di vedute e si aggredisce si rischia di rasentare il terrorismo”, si legge nella nota battuta a metà mattina dalle agenzie. Parole che Landini ha rispedito al mittente parlando di “strumentalizzazione”. Si poteva evitare di alzare i toni dello scontro? “Se il fatto che non si partecipi a uno sciopero giustifica un’aggressione, penso che quei termini non siano esagerati”, risponde il segretario della Uil al Foglio, e aggiunge: “Io aspetto che i sindacati condannino l’episodio e ancora non ho letto alcuna condanna”. L’aggressione arriva dopo cinque giorni di mobilitazione negli stabilimenti liguri dell’ex Ilva indetta da Fiom e Fim. Solo ieri, dopo il tavolo a Roma con la sindaca Silvia Salis e il presidente della regione Marco Bucci, gli operai hanno sciolto il presidio. Lo sciopero ha incassato il sostegno dell’Usb, mentre la Uilm non ha aderito. Da Genova, i sindacalisti raccontano di aver appreso della mobilitazione senza coordinamento né confronto preventivo. “Noi abbiamo valutato di non partecipare allo sciopero perché lo sciopero si proclama insieme”, spiega Bombardieri  “Se uno lo proclama a prescindere, ovviamente noi non partecipiamo. E questo non giustifica il fatto che ci sia un’aggressione, che non credo sia eccessivo definire terroristica”.

Il clima a Genova si è fatto particolarmente teso tra i sindacati che seguono la vertenza Ilva, con i delegati territoriali della Uilm che parlano di un’egemonia della Fiom e una Fim a traino. D’altra parte, negli stabilimenti liguri la rappresentanza del sindacato rosso è quasi del 50 per cento, mentre la Uil ha un peso specifico maggiore a Taranto, dove in queste settimane di allarme per il futuro della siderurgia italiana non è stato proclamato alcuno sciopero. C’è poi l’ombra galoppante dell’Usb, che in una città di portuali e metalmeccanici come Genova ha un potenziale spazio politico che impone alla Fiom una linea più radicale. Non dev’essere un caso che proprio da Genova la Fiom ha rinnegato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, sottoscritto dalla categoria nazionale. “Siamo nel mirino perché esprimiamo posizioni diverse. Se non sposi la loro linea sei un nemico”, raccontano al Foglio i sindacalisti Uilm di Cornigliano.

“Non siamo stati noi ad alzare il livello dello scontro: i delegati sindacali sono stati aggrediti mentre andavano a un’assemblea”, commenta Bombardieri. “Se il distinguo sulle posizioni dà origini a delle aggressioni, è giusto preoccuparsi. Ricordo proprio che Genova è stato terreno di terrorismo tanti anni fa, non abbiamo dimenticato Guido Rossa: se si verificano episodi di questo tipo torna in mente quella storia ed è meglio condannare e prevenire che ricadere in un periodo buio nella nostra Repubblica”. Del sindacalista dell’Italsider ucciso dalle Br ha parlato anche Landini, ricordandolo in una nota congiunta con Michele De Palma, segretario generale della Fiom. “Il forte clima di tensione al presidio sindacale, non può essere in alcun modo strumentalizzato”, hanno affermato i due. Dai quali non è arrivata ancora alcuna condanna.

 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi è responsabile del coordinamento del Foglio.it.