Pace tra governo e Bankitalia. “Panetta è superpartes. Nella audizione non ci sono giudizi politici”, dice Osnato (FdI)
Il presidente della commissione Finanze al Senato smorza le polemiche: "Nessuno scontro: è la sinistra che fa propaganda sulle audizioni. Il ministro Giorgetti usa spesso immagini evocative, ma il rapporto tra istituzioni è solido e sereno". E sul dl Energia e le imprese: "Servono nucleare e rinnovabili. Stiamo correggendo ciò che non funziona"
“Non c’è alcuno scontro tra il governo e la Banca d’Italia, io personalmente sono un sostenitore del governatore Fabio Panetta che mi sembra una personalità autorevole e aliena da qualsiasi pregiudizio politico”. Marco Osnato, esponente di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanze al Senato, smorza le polemiche seguite alle audizioni sulla legge di Bilancio da parte di autorità indipendenti come Bankitalia, Istat, Upb e Corte dei conti.
Dicono che il governo favorisce i “ricchi”? “Non ho sentito né letto l’uso di questo termine da parte della Banca d’Italia. In ogni caso, vedo che spesso i giornali e la sinistra confondono un dato oggettivo con un giudizio politico. Dire che una riduzione di aliquota, che è una percentuale, aiuta maggiormente chi guadagna di più è abbastanza evidente. E’ semplice matematica”.
“Siccome chi guadagna di più paga più tasse – afferma Osnato –, è ovvio che ha un beneficio assoluto maggiore quando si taglia l’aliquota Irpef. Non serviva l’Istat per capirlo. La stessa cosa è successa quando il governo Draghi ha eliminato la quarta aliquota e ridotto la terza, non ricordo tutto queste critiche feroci perché favoriva ‘i ricchi’”. Quindi la Banca d’Italia, così come l’Upb, non ha criticato il governo ma descritto semplicemente l’effetto del taglio dell’Irpef? “Indica un dato oggettivo, non dà un giudizio politico. Peraltro, nell’audizione, la Banca d’Italia dice anche che dopo la forte perdita d’acquisto rispetto al 2019 a causa dell’inflazione, c’è stato un forte recupero dei redditi reali nelle fasce di reddito più basse grazie alle misure fiscali del governo Meloni come la decontribuzione”. Nessun pregiudizio contro il governo di centrodestra, quindi. “Posso dire che non tutti i centri studi sono immuni da deviazioni ideologiche e spesso lo fanno trasparire. Di certo non c’è un disegno politico contro il governo da parte delle istituzioni. Ad esempio, l’Istat fa emergere quotidianamente dati e non mi pare che emerga una situazione economica critica del paese. L’unica cosa che mi ha sorpreso nelle audizioni è stata la Corte dei conti che ha definito la rottamazione un finanziamento agli evasori. Non penso che sia una misura salfivica, ma per come è stata disegnata non finanzia gli evasori, anzi fa pagare chi ha dichiarato e non riesce a ottemperare”.
Osnato non è esattamente un pompiere. Pochi mesi fa, ad esempio, ha attaccato la Consob su una decisione rispetto all’operazione Unicredit-Bpm in contrasto con la linea del governo, spingendo addirittura il presidente Paolo Savona a minacciare le dimissioni. Ora getta acqua sul fuoco. Ma è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a dire che il governo è stato “massacrato” da Banca d’Italia, Upe e Istat. “Il ministro Giorgetti usa spesso queste immagini evocative: il ‘pizzicotto’ alle banche, il ‘mal di pancia’ per i crediti fiscali, la ‘radioattività’ del Superbonus... però mi sembra che il rapporto tra Mef e Banca d’Italia sia sereno e solido. Tutta questa polemica viene gonfiata dai alcuni media e dalla sinistra”.
Forse nella diffusione del contenuto delle audizioni conta il fatto che la maggioranza fosse completamente assente? A presiedere le commissioni Bilancio riunite c’erano esponenti dell’opposizione e i parlamentari di centrodestra non hanno fatto nessuna domanda. “Probabilmente il centrodestra, conscio della bontà della manovra, in commissione è stato meno ficcante dell’opposizione – dice Osnato –. Ciò non toglie che dobbiamo essere presenti e leggere bene le audizioni per intervenire e far emergere i dati reali”.
Le accuse della sinistra sulla ‘manovra a favore dei ricchi’ vi hanno messo in difficoltà? “Ritengo che gli italiani siano più accorti di quanto si voglia far apparire. La sinistra ci accusa anche dell’aumento della pressione fiscale al 42,7 per cento, ma anche quello è un parametro tra entrate e pil: le entrate contributive e tributarie sono esplose perché ci sono un milione in più di occupati che pagano le tasse. Ma non vuol dire che ogni contribuente paga più tasse, anzi ne pagano meno”. Se è così, però, vuol dire che c’è un problema di produttività: aumentano gli occupati, ma non il pil. “Che ci sia un problema riferito al pil è evidente, ci stiamo interrogando su come superarlo. Segnalo che nel frattempo abbiamo avuto due guerre, inflazione, costo dell’energia e dazi che colpiscono le imprese”. Su questi due temi, però, c’è un dl Energia che non arriva da mesi e grandi problemi sugli incentivi alle imprese come Transizione 5.0, improvvisamente bloccato. “Il tema dell’energia è centrale e si risolve nel medio e lungo termine, se bastasse il famoso ‘disaccoppiamento’ di cui parla Schlein citando la leggenda della Spagna l’avremmo già fatto. Ma stiamo facendo passi avanti, bisogna sbloccare le energie rinnovabili ma serve il nucleare, questo sì come in Spagna. Sulle imprese, dopo aver verificato varie proposte, stiamo correggendo ciò che non funziona e mantenendo ciò che funziona seguendo i principi ‘più assumi e meno paghi’ e ‘più investi, meno paghi’. Tutto questo lo stiamo facendo senza aumentare le tasse e senza fare deficit”. Siete diventati austeri. “No, siamo diventati bravi. Bisogna vedere a cosa è rivolta l’austerità: se a mettere l’Imu, allora è un problema. Se invece serve ad abbassare le tasse e non fare deficit allora sono contento”.