
Ansa
i dati
L'inverno demografico italiano in tre grafici
Nascite in costante calo e fecondità al minimo storico. Il trend negativo non si inverte: nell'ultimo anno sono nati 369.944 bambini, quasi diecimila in meno rispetto al 2023. Il numero medio di figli per donna (1,18) è più basso rispetto a quello di trent'anni fa. Il rapporto dell'Istat
Nel 2024 in Italia il numero medio di figli per donna è sceso a 1,18: un valore inferiore sia a quello del 2023 (1,20) sia al minimo storico che si è registrato nel 1995 (1,19). È questo il dato più preoccupante che emerge dal report dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) "Natalità e fecondità della popolazione residente" e la stima provvisoria relativa ai primi sette mesi del 2025 non è incoraggiante perché evidenzia un tasso di fecondità pari a 1,13, con le nascite che non bastano a rimpiazzare le generazioni precedenti. In parole semplici, significa che ogni donna ha in media 1,13 figli nel corso della sua vita. In una popolazione "stabile", per mantenere lo stesso numero di abitanti nel tempo, servirebbe un tasso di circa 2,1 figli per donna (tenendo conto anche del fatto che non tutti i bambini arrivano all’età adulta e che ci sono più donne che uomini). La fotografia scattata dallo studio mostra un paese che non riesce a invertire un trend negativo che dura ormai da decenni.
Le nascite infatti sono in costante diminuzione: nel 2024 sono state 369.944, in calo del 2,6 per cento sull'anno precedente, registrando una contrazione di quasi 10mila unità. E per il prossimo anno i numeri non fanno ben sperare: in base ai dati provvisori relativi al periodo gennaio-luglio, le nascite sono state circa 13 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 (un crollo del 6,3 per cento). L'andamento decrescente prosegue senza soste dal 2008, anno nel quale si è registrato il numero massimo di nati vivi degli anni Duemila (oltre 576 mila). Da allora la perdita complessiva è stata di quasi 207 mila nascite (-35,8 per cento). Il calo delle nascite, oltre a dipendere dalla bassa propensione ad avere figli, è causato dalla riduzione nel numero dei potenziali genitori, appartenenti alle sempre più esigue generazioni nate a partire dalla metà degli anni Settanta, quando la fecondità cominciò a diminuire, scendendo da oltre 2 figli in media per donna al valore di 1,19 del 1995.
Oggi, secondo l'Istat, il tasso di fecondità è quindi sceso a 1,18 figli per donna, ben al di sotto del valore massimo del nuovo millennio, pari a 1,44 figli registrato nel 2010. L'Istat ha spiegato che la fecondità è calata sia tra le donne italiane sia tra quelle straniere. Anche per queste ultime, infatti nel 2024 il tasso di fecondità è stato di 1,79, un valore certo più alto rispetto a quello delle italiane, ma comunque inferiore sia rispetto all'1,82 del 2023 sia, in misura più marcata, rispetto al 2,31 del 2010.
La riduzione del tasso di fecondità si osserva in tutto il territorio nazionale. Nel 2024 l'età media al parto delle madri raggiunge i 32,6 anni in lieve rialzo sull'anno precedente (32,5), ma in crescita di quasi tre anni rispetto al 1995. Limitando l'analisi ai soli primogeniti, in media, nel 2024, le donne in Italia diventano madri per la prima volta a quasi 32 anni (31,9). L'età media al primo figlio era pari a 31,7 nel 2023 e inferiore ai 30 anni (28,1) nel 1995. La posticipazione delle nascite a età sempre più avanzate è strettamente connessa alla riduzione generale della fecondità, poiché più si ritardano le scelte di genitorialità, più si riduce l'arco temporale a disposizione per la realizzazione dei progetti familiari.
Il quadro italiano diventa ulteriormente negativo se guardiamo oltre confine. I dati sono dell'ultimo rapporto di Eurostat che riporta i numeri del 2023, ma consente di avere comunque una panoramica sulla situazione europea: in tutta l'Ue siamo tra i paesi con il tasso di fecondità più basso, superati solo da Malta (1,06), Spagna (1,12) e Lituania (1,18). Ben lontani dall'1,81 della Bulgaria, dall'1,66 della Francia e dall'1,54 della Romania.


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