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il caso

Le preoccupazioni del Mercosur sulle nuove tutele dell'Ue

Davide Mattone

Il testo supplementare con le compensazioni per agricoltori e allevatori europei, aggiunto unilateralmente da Bruxelles, suscita sconcerto e preoccupazione tra i negoziatori sudamericani. La Commissione rassicura sull'efficacia delle misure. Ma i contenziosi futuri non sono esclusi

“È un attacco ai nostri principi di trasparenza e buona fede”. È il commento a caldo di un ex negoziatore dell’accordo Ue-Mercosur, che boccia l’inserimento di elementi aggiuntivi al testo principale, nel settore del commercio agroalimentare. Il documento, intitolato “Operazionalizzazione delle tutele e salvaguardie bilaterali”, introduce clausole che potrebbero minare la fiducia costruita tra Ue e Mercosur durante circa venticinque anni di negoziati. A dicembre 2024 le parti avevano annunciato il raggiungimento dell’accordo commerciale definitivo: per questo l’iniziativa europea è percepita come un voltafaccia dell’ultimo minuto.

“Il problema – spiega l’ex negoziatore, che ha chiesto di rimanere anonimo – nasce da una decisione unilaterale della Commissione europea, che ha modificato i termini dell’accordo introducendo meccanismi di tutela flessibili per il settore agricolo europeo”. L’atto consente di sospendere specifici import in appena ventuno giorni, se l’Ue ritiene che le importazioni sudamericane stiano perturbando il mercato europeo. Tuttavia, secondo il diplomatico, “il sistema di appello previsto per contestare tali misure non sarebbe abbastanza rapido o efficace, poiché una sentenza definitiva potrebbe richiedere mesi o addirittura anni”. 

L’ex negoziatore evidenzia che il nuovo atto rischia di portare a misure di salvaguardia che non rispettano gli standard concordati. Inoltre, durante i negoziati, Bruxelles aveva imposto regole rigide per il settore manifatturiero e industriale sudamericano, impedendo ai paesi del Mercosur di alzare i dazi improvvisamente. Di conseguenza, il Mercosur aveva ottenuto che l’Ue non inserisse salvaguardie troppo elastiche per l’agroalimentare. Inoltre, le nuove tutele si basano su un parametro del +/- 10 per cento in aumento delle quantità importate o in calo dei prezzi come soglia di allerta, una cifra che l’ex rappresentante Mercosur critica per la sua arbitrarietà. Per giustificare una tutela, “l’Ue dovrebbe dimostrare tre elementi: un aumento improvviso e imprevisto delle importazioni, un danno concreto al settore colpito e un nesso causale tra i due”. L’atto aggiuntivo sembra però ignorare questi requisiti, aprendo la porta a decisioni discrezionali. Questo approccio “manca di un meccanismo preciso per quantificare il danno, elemento essenziale in qualsiasi accordo commerciale”. Se ogni parte iniziasse ad aggiungere misure unilaterali per proteggere i propri settori – ad esempio, il Mercosur potrebbe rispondere tutelando la propria industria – l’intero accordo rischierebbe di collassare, trasformandosi in un gioco a somma zero che vanificherebbe anni di negoziati.

“Ora, però prosegue l’ex negoziatore l’Ue si è riservata il diritto di attivare misure di protezione per il proprio comparto agricolo con grande flessibilità”. Questo cambiamento è percepito come una violazione dell’accordo già raggiunto, poiché ogni concessione "dovrebbe essere bilanciata da una contro-concessione”. Secondo il diplomatico, per i paesi del Mercosur questa mossa non solo mina la fiducia reciproca, ma rischia di compromettere i principi stessi di cooperazione e trasparenza su cui l’intesa si fonda.

 Se questa lettura fosse corretta fino in fondo, le conseguenze sarebbero pesanti: irrigidimento politico, rinvii nella ratifica, contromisure “creative” sul lato industriale, fino al rischio di rimangiarsi l’intesa dopo oltre vent’anni di negoziati. L’incertezza regolatoria congelerebbe investimenti nelle filiere integrate Ue-Mercosur, con un danno reputazionale per entrambe le aree.

Dalla Commissione europea, tuttavia, l'allarme è sminuito e la risposta è che le critiche sono esagerate. Secondo fonti Ue, l’atto aggiuntivo non modifica le salvaguardie esistenti, ma si limita a snellire il processo interno di sorveglianza per rispondere più rapidamente alle preoccupazioni degli agricoltori europei. In pratica, il nuovo meccanismo consente ai rappresentanti di almeno il 25 per cento degli operatori di un settore di richiedere un’investigazione, accelerando i tempi di attivazione delle tutele – massimo ventuno giorni. L’atto sarebbe dunque un provvedimento interno all’Ue e non altererebbe gli obblighi previsti dall’accordo. Sarebbe invece la risposta a critiche ricevute in passato, quando si accusava la Commissione di essere troppo lenta e burocratica nel reagire a eventuali perturbazioni di mercato.

Non è la prima volta che, in fase finale di accordi commerciali, emergono clausole controverse che allarmano una delle parti. Un caso è l’accordo di libero scambio Ue-Corea del Sud (entrato in vigore nel 2011). In quell’occasione, l’Ue accettò per la prima volta l’inserimento di una clausola di “duty drawback”, che consentiva ai produttori sudcoreani di ottenere il rimborso dei dazi pagati su componenti importate, qualora le riesportassero come parte di un prodotto finito. Ciò fece temere ai produttori europei, in primis nel settore automotive, un vantaggio sleale per la Corea, come una “porta sul retro” per componenti cinesi. Alla fine, furono inserite tutele specifiche e organi di monitoraggio volti al controllo dell’utilizzo di componenti esteri da parte dei produttori coreani. 

Sebbene l’atto sia interno, nulla impedisce al Mercosur di contestarlo in futuro attraverso il meccanismo di risoluzione delle controversie, un processo che, tuttavia, potrebbe richiedere anni. Ciò che è in gioco non è solo una disputa tecnica, ma la credibilità dell’intero accordo Ue-Mercosur, un partenariato storico che promette benefici economici significativi e un ponte politico tra Europa e Sud America. Da un lato, l’Ue cerca di bilanciare le esigenze dei propri agricoltori con gli impegni internazionali; dall’altro, i paesi sudamericani temono che questa mossa possa compromettere un’intesa già fragile. Solo il tempo dirà se le preoccupazioni del Mercosur sono fondate o se l’Ue riuscirà a dimostrare che le sue tutele sono, come sostiene, un semplice aggiustamento procedurale.