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editoriali
Gli eccellenti profitti di Terna & co. sono l'altra faccia delle bollette
Nel primo semestre 2025, la società che gestisce la rete elettrica ha incassato ricavi per 1,9 miliardi e un utile operativo di oltre 900 milioni. Ma il vero motore dei risultati non è solo la gestione efficiente: è un sistema regolato che garantisce profitti elevati senza esposizione al rischio
Nel primo semestre 2025, Terna – la società che gestisce la rete ad alta e altissima tensione – ha avuto risultati record. A fronte di investimenti per 1,3 miliardi (+26,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), ha avuto ricavi per 1,9 miliardi (+8 per cento), un margine operativo lordo di 1,3 miliardi (+8,2 per cento) e un risultato operativo di 913 milioni (+9,2 per cento), corrispondente a circa il 47 per cento dei ricavi. Sono numeri stratosferici, che pochi imprenditori italiani – anche nei settori più esposti al rischio – possono vantare. Il che è strano, perché “rischio” non è una parola particolarmente rilevante nel modello di business di Terna: l’anno scorso, per esempio, le attività regolate hanno contribuito per l’84 per cento ai ricavi e al 96 per cento al risultato operativo. In questo campo, la generosità della regolazione e della normativa conta almeno tanto quanto l’indiscutibile bravura del management. Lo stesso vale anche per gli altri operatori regolati, come i distributori di energia elettrica (appena beneficiati di proroga delle concessioni) e i loro omologhi nel mercato gas (Snam e i distributori di gas, per cui pure si vocifera di proroghe).
Da alcuni anni si discute delle bollette e di come ridurle. Ebbene, bisognerebbe riflettere anche sulla remunerazione garantita a soggetti molto importanti che coprono ruoli senza i quali il nostro paese rimarrebbe al freddo e al buio, ma che lo fanno senza correre rischi. Infatti, elemento pacifico, gestiscono dei monopoli naturali regolati: per i loro servizi, ricevono un corrispettivo che ne garantisce la piena copertura dei costi più la remunerazione del capitale a un tasso che ne approssima il costo medio (con valori nel 2025 tra il 5,5 e il 6,1 per cento, dopo una sforbiciata del regolatore Arera che alcuni, come Italgas, hanno impugnato). Gli azionisti di Terna & Co. – tra cui c’è lo stato-controllato – hanno ottime ragioni per brindare, con un ottimo champagne offerto anche dai consumatori italiani. Il modello non è nuovo ma per capire l’altra faccia delle bollette forse bisogna partire anche da qui.