
(foto Ansa)
contraddizioni
Emiliano va in tilt su Ilva e rinnega se stesso
"Nessuno mi ha mai chiesto di chiudere Ilva, altrimenti l’avrei fatto", dice adesso il presidente della Puglia. Che sulo stabilimento di Taranto (come sui rigassificatori e sul Tap) ha detto tutto e il suo contrario
"Nessuno mi ha mai chiesto di chiudere Ilva, altrimenti l’avrei fatto”, ha detto Michele Emiliano. Sembra incredibile, visto che per dieci anni ha fatto della guerra al siderurgico di Taranto la sua cifra politica: ha impugnato decreti, sfidato governi, fomentato comitati, tuonato in tv contro lo Stato “colonialista”. Diceva: “Se avessi avuto il potere l’avrei già chiusa, a Milano non l’avrebbero mai tollerata”. Oggi invece liquida le vittime come “accecati dall’odio” e sostiene che “chi governa deve decidere con freddezza”. Vuole salvare Ilva come “eccellenza nazionale” e addirittura accoglie il gas via terra: “Un rigassificatore non è satana”. Gli stessi che prima chiamava “schiavi delle lobby”, oggi sono partner. Emiliano non è più il ras barricadero, ma un governatore allineato che scarica Taranto per il “sogno italiano della siderurgia”. E da oppositore del TAP si fa promotore del gasdotto, a braccetto con Urso.