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tra inflazione e imposte
Paura del drenaggio fiscale? Un meccanismo ad aliquota unica sarebbe utile a tutti
E' una delle tante storture dell’attuale sistema tributario. Contrastarlo senza vederne l’origine è un po’ come cercare di riempire un secchio bucato. Riflessioni sulla progressività
Per ultimo, è stato l’Ufficio parlamentare di Bilancio a sottolineare il problema nel suo ultimo Rapporto sulla politica di bilancio. Il drenaggio fiscale – e cioè, in assenza di modifiche normative, il maggiore o minore prelievo fiscale indipendente da variazioni nella capacità contributiva dei singoli – sarebbe tornato a operare significativamente negli ultimi anni e cioè in corrispondenza con tassi di inflazione tornati significativi. E’ una conclusione non sorprendente: se i redditi nominali crescono per via dell’inflazione, non pochi contribuenti possono ritrovarsi a dover “saltare” da uno scaglione all’altro dell’imposta personale finendo per pagare imposte maggiori pur essendo rimasto inalterato il loro potere d’acquisto. E ciò, naturalmente, tende a essere tanto più vero quanto maggiore la progressività del sistema. Com’è ovvio, il fenomeno riguarderebbe in misura principale i soggetti cui per lo più si applica l’imposta personale progressiva (lavoratori dipendenti e pensionati) ma, si noti, non ne sarebbero esenti (certamente in misura minore) anche le partite Iva soggette anch’esse a un regime tributario caratterizzato da soglie non indicizzate. Da qui la richiesta di un intervento inteso a ripristinare (attraverso, per esempio, una revisione delle soglie degli scaglioni dell’imposta personale) lo status quo ante evitando che il fenomeno si ripeta (pur in presenza di tassi di inflazione considerevolmente attenuati).
Fin qui, difficile obiettare. Ciò che non torna è la generale indicazione della inflazione come responsabile del fenomeno del drenaggio fiscale. Così non è. Il drenaggio fiscale è diretta conseguenza della adozione della cosiddetta progressività per scaglioni e cioè di sistemi tributari in cui la progressività è assicurata da aliquote crescenti applicate a scaglioni di reddito in cui le soglie non siano indicizzate. Sistemi fiscali basati sulla cosiddetta aliquota piatta (flat tax) ne sono immuni. In altre parole, di fronte a fenomeni di drenaggio fiscale evidenti – come quelli osservati negli ultimi anni – non ci si dovrebbe porre la domanda di come risarcire i contribuenti per quanto avvenuto – sulle complicazioni conseguenti a una indicizzazione dei parametri dell’imposta non è il caso di soffermarsi – ma piuttosto sarebbe il caso di domandarsi se l’obiettivo costituzionale della progressività non potrebbe essere perseguibile in termini tali da evitare fenomeni come quelli del drenaggio fiscale.
In altre parole, visto che l’opposizione alla flat tax proviene soprattutto da sinistra, cosa spinge movimenti politici che si propongono di rappresentare gli interessi di lavoratori dipendenti e pensionati a immolare quegli stessi interessi sull’altare della progressività per scaglioni invece di tutelare quegli stessi interessi abbracciando il principio della progressività per deduzione (e cioè il principio della flat tax)? E, per converso, cosa spinge l’esecutivo a ipotizzare interventi risarcitori che inevitabilmente tenderebbero a replicarsi nel tempo, piuttosto che a spingere sull’acceleratore della delega fiscale e prefigurare un ridisegno complessivo del sistema che faccia posto anche a una ulteriore riduzione del numero degli scaglioni? Questo aiuterebbe anche a riportare il sistema tributario a unitarietà, superando la marea di eccezioni e regimi speciali attraverso cui si sono concessi i benefici di una tassazione piatta a specifiche categorie di redditi o di contribuenti. Non si capisce perché, se la politica italiana riconosce all’unanimità che un meccanismo ad aliquota unica è utile a ciascuno, avendo contribuito destra e sinistra a distribuire tale vantaggio ciascuno alle sue constituency di riferimento, non si voglia prendere atto che esso è migliorativo per tutti.
Il drenaggio fiscale è una delle tante storture dell’attuale sistema tributario. Contrastarlo senza vederne l’origine è un po’ come cercare di riempire un secchio bucato. E' il secchio che va cambiato. Gradualmente e prudentemente, ma comunicando per tempo ai contribuenti la destinazione finale.