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La reazione

Pechino risponde ai dazi: è guerra

Luciano Capone

Mentre la Cina pone controdazi del 34 per cento nei confronti degli Stati Uniti, JP Morgan alza al 60 per cento la probabilità di una caduta dell’economia mondiale. Uno scenario che può solo allargarsi, in attesa delle risposte dagli altri paesi colpiti

La guerra commerciale mondiale non è più un’ipotesi: è la realtà. La Cina ha risposto ai dazi “reciproci” di Donald Trump del 34 per cento con controdazi nei confronti degli Stati Uniti di pari misura: 34 per cento. “Questa pratica degli Stati Uniti non è in linea con le regole del commercio internazionale, mina seriamente i legittimi diritti e interessi della Cina ed è una tipica pratica di bullismo unilaterale”, hanno affermato in una nota le autorità cinesi. Trump ha risposto che ora è “un ottimo momento per diventare ricchi” e che la Cina “e se l’è giocata male e si è fatta prendere dal panico”. Ad andare nel panico, in realtà, sono stati i mercati internazionali che, evidentemente, al contrario di Trump pensano che sia un pessimo momento per la crescita economica. Crollano tutti i listini, a partire da quelli americani. La Borsa di Milano ha subito un colpo pesantissimo, con l’indice Ftse Mib che ha perso il 6,53 per cento. Complessivamente le borse europee hanno perso in un solo giorno oltre 800 miliardi di euro, che si sommano agli oltre 400 miliardi di ieri.

JP Morgan vede molto più vicina una recessione globale dopo la guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti: la banca ha alzato le probabilità di una caduta dell’economia mondiale al 60 per cento, rispetto al 40 per cento prima dell’annuncio dei “dazi reciproci” di Trump che ha fatto crollare i mercati. Per JPMorgan uno scenario in cui gli Stati Uniti entrano in recessione ma il resto del mondo viene risparmiato è possibile, ma meno probabile. Il presidente della Fed, Jay Powell, ha detto che dopo i dazi di Trump l’economia americana va verso una fase di maggiore inflazione e minore crescita. Trump ha risposto che Powell  dovrebbe “tagliare i tassi”, l’opposto di ciò che implicitamente suggerisce il capo della Fed.

La guerra commerciale, che per ora coinvolge le due principali economie del mondo, può solo allargarsi in attesa delle risposte ai dazi statunitensi dell’Unione europea e altri paesi colpiti. Un paio di mesi fa, il Wall Street Journal scriveva che Trump stava per scatenare “La guerra commerciale più stupida della storia”. Ci siamo dentro. 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali