L'intervento

La lezione anti sovranista di Panetta

Redazione

All'evento per i 150 anni dalla nascita di Einaudi il governatore di Bankitalia ricorda non solo i pregi della concorrenza, ma anche come la cooperazione tra stati sia molto meglio del sovranismo

E se fosse arrivato il momento di non nascondersi più sotto il tappeto quando si parla di concorrenza? Il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, ieri è intervenuto a un interessante convegno dedicato a Luigi Einaudi e ai suoi insegnamenti a 150 anni dalla nascita. Tra le molte lezioni offerte in passato da Einuadi, che è stato anche governatore della Banca d'Italia, Panetta ne ricorda una in particolare: il suo impegno a favore della concorrenza. “Gli interventi di Einaudi – dice Panetta – sono pervasi dal richiamo al valore della concorrenza quale motore dell’imprenditorialità, dell’innovazione e infine dello sviluppo. La concorrenza che egli propugna è priva di eccessi. I suoi scritti denotano la consapevolezza del rischio che l’operare dei mercati, se incontrollato, possa lacerare il tessuto della società. Per questa ragione auspicava una concorrenza regolata e moderata dallo Stato, al quale spetta di rimediare ai fallimenti del mercato Ma Einaudi sottolineò, nel contempo, la necessità di porre limiti precisi all’intervento dello Stato nell’economia”.

 

Compito di un governatore,  sembra voler dire Panetta, è anche quello di andare dunque in questa direzione: “Favorire una concorrenza priva di eccessi,  gestire con prudenza le finanze pubbliche, impegnandosi per stimolare la crescita e ridurre il debito, preservare la stabilità monetaria, spostare il concetto di sovranità dal livello nazionale in favore di un’Europa più forte, aperta e solidale, che conti nel mondo”. Meno statalismo, meno protezionismo, più cultura del mercato, più coraggio sulla concorrenza nella consapevolezza che più concorrenza vuol dire più competizione, più competizione vuol dire più innovazione e più innovazione significa più crescita e meno status quo. Con un messaggio di fondo finale: “Einaudi contrappone al mito della sovranità̀ assoluta la necessità della cooperazione imposta dalla crescente interdipendenza: la verità, diceva, è il vincolo, non la sovranità degli stati. La verità è la interdipendenza dei popoli liberi, non la loro indipendenza assoluta”. Dove si firma?

Di più su questi argomenti: