Lufthansa e Ita - foto Ansa

Editoriali

Occorre salvare il patto tra Ita e Lufthansa

Redazione

L’approccio della Commissione europea sull’operazione è ottuso e anti concorrenziale

Mancano quattro mesi alle elezioni europee e la Commissione difficilmente metterà mano a dossier delicati fino al voto. Ma di questo comprensibile rinvio fa le spese, ingiustamente e con comportamenti che sembrano ispirati a una dannosa ansia da controllo burocratico, l’operazione tra Ita e Lufthansa. Gli uffici della commissaria alla concorrenza Margaret Vestager hanno dapprima chiesto, nella fase di pre-richiesta, alle due compagnie di rispondere a più di dieci questionari, individuando alcuni aspetti specifici da sistemare in vista della possibile fusione. Si tratta di qualche cessione di slot per rotte continentali e di altri aggiustamenti facilmente gestibili. Tanto lavoro e tanta disponibilità non sono stati in alcun modo valorizzati e da mesi gli uffici antitrust hanno messo la pratica nella cosiddetta fase 2, che comporta controlli approfonditi, ulteriori condizioni e tempi allungati. Non c’è una logica industriale in tutto questo accanimento. Sulla partita dei voli continentali e in quelli domestici non c’era e non c’è alcuna difficoltà a regolare gli slot, ove la commissione ritenesse ancora di chiedere riequilibri.
 

Ma la vera questione su cui l’ostinazione di Bruxelles non si spiega, se non con dietrologie dalle quali ci asteniamo, è la regolazione del mercato dei voli intercontinentali e specialmente di quelli tra Ue e Usa. Per i quali chiedere riequilibri non ha senso, perché la cessione obbligata degli slot non darebbe luogo a una maggiore concorrenza tra compagnie europee ma solo a una maggiore penetrazione di compagnie americane. E questo significa andare a turbare la vera partita concorrenziale mondiale, in cui, attraverso consolidamenti come quello tra Ita e Lufthansa, le compagnie europee possono conquistare una fetta del mercato su basi competitive. Con il suo atteggiamento ottuso la Commissione taglia le ali proprio a un’operazione fatta per essere concorrenziale non sul saturo mercato europeo ma sul ben più importante mercato mondiale.

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