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i dati di luglio

Gli acquisti di auto diesel in Ue superano le elettriche, ma c'è troppa confusione perché qualcuno se ne accorga

Antonio Sileo

Dopo il sorpasso di giugno, a luglio le immatricolazioni di auto elettriche restano inferiori rispetto a quelle a gasolio. Nel complesso il mercato non recupera i volumi prepandemici ma il parco circolante non si riduce. Le politiche europee non 

Intorno all’automobile, e sul suo futuro in particolare, c’è grande confusione. Anche le informazioni veicolate dai media non aiutano granché a districarsi. A luglio, ad esempio, nei mercati dell’Unione europea è continuata la ripresa rispetto all’asfittico 2022, tuttavia il recupero del 15,2 per cento segna un rallentamento rispetto a giugno e ai primi sette mesi del 2023 (quando si è registrato più 17,6 per certo). 

Sui dati di giugno grandissimo risalto aveva avuto lo storico sorpasso delle immatricolazioni di autovetture elettriche su quelle diesel (in verità, tra queste ultime si dovrebbero annoverare anche le ibride a gasolio, ma i dati non sono disponibili), mentre il sorpasso di quelle diesel nel mese di luglio sta passando del tutto inosservato, come rara è l’attenzione ai dati pre pandemia. Rispetto al 2019, infatti, la flessione del totale delle nuove auto immatricolate tra gennaio e luglio è prossima al 22 per cento.

E poiché, per quanto ci è dato sapere, in Italia come altrove, contrariamente a quanto previsto, il totale delle auto in circolazione non va riducendosi, anzi, aumenta al pari dell’età media delle vetture, possiamo dire che come minimo non vi è evidenza di efficacia delle politiche dell’Unione.

L’innovazione probabilmente più iconica del Novecento, quella che ha garantito se non proprio a tutti di certo a moltissimi la possibilità di spostarsi comodamente per necessità ma anche per svago, con costi e tempi contenuti è ormai, e da tempo, finita all’angolo.

L’auto è vittima del suo stesso enorme successo e, per esempio, nelle città, dove pure è piuttosto utile – non di rado indispensabile – specialmente per arrivarci, trova sempre meno spazio. Quello degli ingombri peraltro è un tema stranamente sfuggito ai legislatori europei, che invece sono da tempo impegnati nel contenere le emissioni di anidride carbonica (CO₂), degli agenti inquinanti (ossidi di azoto, particolati, idrocarburi incombusti) e nel limitare l’inquinamento acustico.

Per ridurre le emissioni di agenti inquinanti l’Unione si è affidata agli standard Euro con valori soglia sempre più stringenti, ma – e non si capisce bene perché – non sufficienti ovunque. Ci riferiamo all’incresciosa questione degli Euro 5 diesel, tornati all’onore delle cronache per la questione piemontese, con Torino e altri 76 comuni che dovrebbero fortemente limitarne la circolazione dal 15 settembre. Ma l’impegno dei ministri dei Trasporti e dell’Ambiente, coinvolti anche per colore politico e collegio elettorale, potrebbe riservare sorprese e garantire una soluzione. Niente da fare invece per il centro e i viali di Firenze, su cui il blocco è già scattato e da domani (1 settembre) verrà esteso anche alle vetture immatricolate fino al 2014, sempre a gasolio.

Un bel problema. Molti cittadini ma anche imprese, si ritrovano un bene durevole, non sempre usato a sufficienza, il cui utilizzo viene limitato d’imperio per cause di forza maggiore, benché il nesso causale non sia chiaro. Proprio il mancato utilizzo durante i parecchi mesi di blocco causa pandemia – quando peraltro i valori fuori limiti sono aumentati – probabilmente sarà uno dei grimaldelli a cui ricorrerà il governo per trovare una via d’uscita.

Resta il fatto che i grandi blocchi dalla circolazione – da Parigi, dove è stata nuovamente rinviata a non prima del 2025 l’introduzione della "Zone à Faibles Émissions" nella cosiddetta Grande Parigi a Londra, dove è stata appena cancellata del tutto, dalla stessa amministrazione che l’aveva proposta nel lontano 2018, l’introduzione di una Ztl con pagamento di un (caro) ticket di ingresso per i mezzi allo scarico – non resistono quando troppo si allontanano da esigenze e i bisogni degli elettori. A tal proposito, ricordiamo che non si hanno più notizie del rifinanziamento degli incentivi agganciati alla rottamazione per l'acquisto di auto endotermiche su cui, da aprile, si è impegnato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. I fondi poco utilizzati per elettriche e, ancor più, ibride ricaricabili ci sarebbero.

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